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Noi e la Giulia

Regia di Edoardo Leo vedi scheda film

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La recensione su Noi e la Giulia

di Mulligan71
6 stelle

Edoardo Leo è uno che fa, e interpreta, della buona commedia all'italiana ed è considerato, anche giustamente, una buona speranza per il futuro di un genere che ormai è contaminato a morte dalla televisione. Lui ci prova ed è onesto, a tratti anche bravo. L'esordio del 2009, con "Diciotto Anni Dopo", mi era piaciuto assai ed ero curioso di vedere, a distanza di anni, se il buon Leo avesse mantenuto ancora quello smalto e quell'idea di commedia mai volgare e fuori dagli sche(r)mi televisivi. "Noi e La Giulia" conferma che Leo ha qualche marcia in più rispetto all'esercito infinito degli inutili mestieranti al servizio dei personaggi televisivi, ma mostra anche, purtroppo, una certa tendenza a standardizzare il suo cinema sugli stilemi di cui sopra. L'idea è simpatica e la prima parte del film fila via spedita con questi personaggi azzeccati, un po' macchiettistici ma che funzionano e il film ha una sua bella e divertente coralità. Persino Amendola è bravo, e il suo personaggio del comunista duro e puro rimanda a tratti al Mario Brega di "Un Sacco Bello", con i dovuti distinguo. Buccirosso è un camorrista sui generis e si produce in una bella prova d'attore, e intorno si muovono lo stesso Leo, "Clark Kent" Argentero e il pessimista Stefano Fresi. Si aggiungerà una Foglietta in stato interessante che, sinceramente, non ho trovato azzeccata. Ma è il finale che rovina parzialmente il film. Quando l'agriturismo prende finalmente vita, il film pare diventare lo spot dell'Amaro Averna, tutto si leviga, la retorica prende piede fino al terrificante finale, con tanto di pistolotto sul coraggio, sulla mancanza di futuro nella società di oggi e sulla cattiveria delle banche: tutto girato esattamente come fosse uno spot di una banca. Perché?! L'impressione è che Leo non sapesse proprio come chiudere il film e che quindi lo abbia lasciato in sospeso, con un finale aperto di rara bruttezza e gonfio di retorica. Il pericolo, in questo film, non sono i camorristi, ma, appunto, la retorica e il buonismo che lentamente s'insinuano fra gli attori, i dialoghi e le riprese. Leo deve avere più coraggio, non sarà mai Monicelli, ma può essere davvero uno a cui l'asfittica commedia all'italiana potrebbe aggrapparsi. Questo è un film discreto, a tratti divertente, ma a tratti anche molto banale e qualunque.

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