Regia di Gianni Zanasi vedi scheda film
enrico giusti è uno strano tagliatore di teste. è un tagliatore di teste benefico, che evita che incompetenti rovinino aziende di famiglia e che centinaia se non migliaia di persone rimangano senza lavoro. è infallibile nel suo mestiere ed è la punta di diamante di una società che offre questo tipo di servigi. tutto sembra filare per il verso giusto, anche se per enrico sembra non esserci altro che il lavoro; lavoro=vita. un lavoro appagante e remunerativo e per lo più un lavoro che taglia via rampolli incapaci e inutili da ditte e società che mantengono centinaia se non migliaia di famiglie. l'economia gira e si è tutti più felici. qualcosa s'incrina una sera quando torna a casa e trova una ragazza che parla uno stentato italiano e si dichiara fidanzata di suo fratello minore. enrico si è riparato in una sorta di scudo protettivo col lavoro che fa. la persona per cui lavoro e suo figlio rappresentano una sorta di famiglia allargata; enrico è talmente bravo che hanno tutto l'interesse di tenerselo ben stretto. enrico nel tempo si è creato un mondo a parte in una bolla, nella quale non desidera vedere alcuni passaggi del proprio passato. soprattutto riguardante il genitore, riparato in canada e da là mai più tornato. enrico in fin dei conti è una persona sola, auto appagatosi con l'effetto placebo di un lavoro che lo occupa pienamente, senza lasciargli il tempo per nulla che non sia coltivare falsi contatti coi rami da tagliare. quando però deve occuparsi prima della fidanzata del fratello abbandonata a casa sua e poi dei figli di due industriali morti improvvisamente in un incidente stradale, tutto prende un'inaspettata quanto spinosa piega. il sistema che si era creato enrico era perfetto per lui. non aveva tempo per nulla se non per il proprio mestiere. si rapporta con carlo, il figlio del suo capo sorta di diabolico guru con una predilizione per la parola PUREZZA utilizzata quasi come una bestemmia, come fosse un fratello , ma quasi certamente sarebbe uno di quegli inutili e dannosi rampolli da liquidare senza se e senza ma. il confronto coi giovani orfani mette enrico nella sgradevole situazione di accorgersi dove il proprio mestiere è veramente un'opera buona, posta a sanare aziende per evitarne il tracollo. la felicità è un sistema complesso nel momento in cui ti accorgi di non ricordarti da quanto tempo sei felice. MASTANDREA che fa MASTANDREA come aggettivo riconosciuto nel cinema italiano. enrico fa il buffone per diventare amico di coloro che dovrà allontanare dalle loro ditte, facendogli credere che è ciò che li renderà felici e compiuti. ma enrico quando si sentirà felice e compiuto? di sicuro l'incontro scontro con filippo e camilla, lo metterà di fronte ad una scelta da prendere, che già lo scontro con la fidanzata abbandonata da suo fratello, lo aveva obbligato almeno a vedere. sembra un film semplice, una commedia che affronta da un certo lato la crisi, e lo è. enrico è un decespugliatore che pulisce lo spazio intorno alle piante per farle crescere bene e meglio. e quei due giovani orfani gli fanno vedere una volta per tutte la propria vita, il proprio mestiere e il proprio passato. un passato da affrontare per poter eventualmente andare avanti e non solo affannarsi a restare in una bolla di cristallo, tanto bella quanto vuota. c'è una scena che addirittura mi ha riportato a BLADE RUNNER. un bellissimo confronto tra MASTANDREA e BATTISTON, qui in un ruolo minore, ma ovviamente non piccolo. la differenza tra enrico e carlo, rampollo inutile, annegato nella propria bolla sintetica e drogata. enrico vede ciò che non avrebbe v(d)oluto vedere e quando se ne va, carlo si spegne come l'androide che è tempo che si spenga. solo che l'androide aveva visto cose che deckard forse non aveva visto(anche se i broncoviz ce l'hanno spiegata inun altro modo)e carlo invece si spegne nel suo mondo stupefacente per non vedere assolutamente niente.
per me un gran bel film, ben diretto e interpretato magnificamente. buona visione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta