Regia di Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Morgan Bertacca vedi scheda film
Purtoppo anche Aldo, Giovanni e Giacomo hanno contratto la devastante sindrome "Non-riesco-più-a-far-ridere-bisogna-che-diventi-un-autore-serio-e-socialmente-impegnato", che colpisce quasi tutti i comici.
Gli esempi sono purtroppo numerosi. Il Benigni scoppiettante di Berlinguer ti voglio bene trasformato nel simil-Sturmtruppen di La vita è bella, l'irresistibile Troisi di Ricomincio da tre trasfigurato nel pallosissimo postino di Neruda. Persino il più brillante, tamarro, divertente, politicamente scorretto, volgare, inviso ai "critici seri", intelligente attore e cabarettista emerso in Italia negli ultimi 20 anni, Checco Zalone, ha diretto e interpretato un film come Tolo Tolo.
Né sono immuni le comiche: la bella del paese della banda di Putignani (Litizzetto) ridotta alla triste militante del cenacolo di Fazio, la bruttina eternamente (s)fidanzata Geppi Cucciari adesso si fa il viaggio di essere (a) una gnocca, (b) un'intellettuale (e non è attrezzata per nessuna delle due cose).
Né si salva il cinema vero (quello internazionale, per intenderci). Il Woody Allen di Prendi i soldi e scappa e del Dittatore dello stato libero di Bananas ridotto a fare ogni anno un compitino per i critici europei più cheap (in America non se lo fuma più nessuno da anni). Persino (il Signore mi perdoni il confronto) Charlie Chaplin è finito a fare La contessa di Hong Kong.
Nessuno stupore quindi per questa penosa commedia di tre attori che per tanti anni ci hanno divertito con intelligenza. Non entro nei dettagli. Basta leggere sopra quello che è successo agli altri: i sintomi della sindrome sono purtroppo comuni.
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