Regia di Bill Condon vedi scheda film
Il tristissimo epilogo di una leggenda della letteratura. C'è troppo poco Holmes e troppo Ian McKellen (qui davvero struggente nel suo declino fisico).
Probabilmente lo Sherlock Holmes più triste della storia del cinema. Non solo perché mette in scena uno stanco e malato Holmes di ben 93 anni (interpretato da un sempre bravo Ian McKellen di 76 anni suonati) ma perché lo fa attingendo dai tanti cliché già visti e rivisti nell'opera letteraria e filmica, seppur provando a reinterpretarli. Se da un lato, infatti, Holmes nega di aver mai usato il suo classico copricapo da caccia come di prediligere il sigaro alla pipa, dall'altro si presta ai ritriti giochetti di prestigio in cui indovina da pochi indizi il mestiere di una persona o cosa abbia fatto. L'ultimo mistero di cui si occupa è abbastanza banale, il brillante detective perde colpi, perde la memoria e nel finale viene persino umiliato da un ragazzino che scopre la causa della morte delle sue api, senza nemmeno utilizzare la proverbiale lente d'ingrandimento.
Si salva solo Ian McKellen che non è poco ma non è nemmeno tantissimo, il film è abbastanza piatto e non mi sento decisamente di consigliarlo.
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