Regia di Steno vedi scheda film
Steno, Totò e Fabrizi: sono passati alcuni anni da Guardie e ladri, ma qualcosa è rimasto in questo lavoro con identici protagonisti e regista (là c'era anche Monicelli, a dirla tutta). Innanzitutto le dinamiche fra i due grandi comici, sempre a 'fuggire' uno dall'altro: là palesemente, qui in senso metaforico (Totò deve riuscire a sfuggire ai controlli del fisco ed è pronto ad usare qualsiasi mezzo); l'intesa è buona e si nota la differenza fra lo spessore di Fabrizi e quello della classica spalla De Filippo. Rimane anche un certo buonismo, più esasperato in Guardie e ladri e più sottile qui, ma sempre risolutivo delle vicende; prodotto italianissimo, non dimentica il fondamentale slogan 'tengo famiglia', da cui la storia prende vita e nel quale si conclude, con il matrimonio fra i figli dei due protagonisti.
Un maresciallo della finanza fa un normale accertamento nel negozio di abbigliamento del cavalier Pezzella; quest'ultimo tenta in ogni modo di corrompere, invano, il primo. La frequentazione fra i due li porta ad una battuta di caccia, all'ospedale (per un fortuito incidente) e finalmente alla stesura del verbale: Pezzella si rassegna a pagare le tasse.
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