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Esercizi di stile

Regia di Sergio Citti, Volfango De Biasi, Dino Risi, Mario Monicelli, Luigi Magni, Claudio Fragasso, Pino Quartullo, Francesco Laudadio, Faliero Rosati, Alex Infascelli, Alessandro Piva, Maurizio Dell'Orso, Cinzia Th Torrini, Lorenzo Mieli vedi scheda film

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La recensione su Esercizi di stile

di mm40
4 stelle

La fine di una storia d'amore può essere una commedia, una tragedia, un dramma, una farsa, un enigma, una parodia, un noir, un horror... I punti di vista di 14 registi differenti ce la raccontano in 14 differenti maniere.

 

L'idea di base è intrigante: raccontare la stessa vicenda - la fine di una relazione sentimentale - in quattordici maniere differenti, un po' come Queneau (da cui viene preso il titolo del film) fece per la sua storiella narrata in 99 chiavi diverse. Assemblare tanto materiale eterogeneo, però, è la cosa più difficile dell'intero progetto, fermo restando inoltre che la stagione del film a episodi - tipico del nostro cinema degli anni Sessanta - è terminata ormai da parecchio tempo. Ciò che resta di questo Esercizi di stile è quindi la curiosità dello spunto e, qua e là fra i vari segmenti che lo compongono, qualche momento divertente o impressionante; azzeccata, per dirne una, la scelta di far chiudere la pellicola al corto girato da Monicelli, omaggio alle comiche chapliniane. Anche il fatto di avere mantenuto la stessa coppia di attori fissa per tutto il film - cosa che ne ha sensibilmente complicato la realizzazione - è da apprezzare; oltre a Massimo Wertmuller ed Elena Sofia Ricci compaiono estemporanee comparse, fra le quali si possono riconoscere Franco Diogene e Sal Borgese. I registi: qualche firma monumentale (il già citato Monicelli, Dino Risi, Luigi Magni), altri di grande risalto come Sergio Citti, Francesco Laudadio, Claudio Fragasso o Cinzia Th. Torrini e una buona serie di nomi più o meno noti, ma 'di belle speranze', magari già autori di qualche lavoro, fra cui Alex Infascelli o Pino Quartullo. Se la media risulta sicuramente sotto la sufficienza, non è comunque male per essere un'opera leggermente forzata, discontinua senz'altro e priva di effettivi 'colpi di genio'. 4/10.

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