Regia di Bille Woodruff vedi scheda film
Ispirato al romanzo di Zane, autrice di erotici di successo, non "prende" malgrado la conturbante avvenenza della protagonista
Zoe Reynard è un’affascinante donna, realizzata sia nella vita professionale, è presidente di una compagnia operante nel mondo dell'arte, che in quella familiare, ha un affettuoso marito e splendidi figli.
La donna in qualità di critica esperta, partecipa ad una "personale"di un pittore e nell’occasione, fa la conoscenza diretta dell'artista, tale Quinton Canosa, che la corteggia spudoratamente. Lei nicchia ma con poca convinzione, dopo pochi incontri, accetta di fargli da modella e infine, come volevasi dimostrare, ci fa l’amore, non una ma tante volte e con molto gusto. Comincia a frequentarlo quotidianamente, spinta da una libidine irrefrenabile, incapace di contenere le proprie pulsioni. Zoe peraltro non disdegna neanche le attenzioni di un altro focoso amante, insomma dal triangolo si passa addirittura al quadrato, le sedute presso la sua analista ,non sortiscono alcun effetto e non riescono minimamente a farla desistere dal suo sfrenato impeto sessuale. Il suo matrimonio comincia a scricchiolare, sotto il peso dei suoi comportamenti adulteri sempre più audaci, che la distraggono anche dal lavoro. Insomma in breve la sua condotta, che sfiora la ninfomania, la sta conducendo in un tunnel senza via d'uscita. Sguazza tra locali notturni di scambisti, video porno su internet, utilizzo perfino di vibratori nelle ore d’ufficio, mentre ingenuamente il marito continua a ripeterle "il nostro amore è per sempre" senza accorgersi di nulla, il film si incanala in un banale susseguirsi di squallidi siparietti sexy , che trovano epilogo in un singolo flashback "colpo di scena" rivelatore. Ispirato al best-seller nelle librerie oltreoceano di Zane, pseudonimo di Kristina Laferne Roberts, autrice di romanzi erotici, in questo adattamento per il grande schermo, firmato dal regista afroamericano Bille Woodruff, non racconta niente di nuovo e tantomeno di piccante. La conturbante sensualità della protagonista, Sharon Leal, è di per sé molto potente, ma neanche questo riesce a rendere intrigante una pellicola svogliata e stanca, che di “hot” ha veramente poco. Non si capisce poi il messaggio che vuole lanciare: Indulgenza verso una donna erotomane “dipendente” patologicamente dal sesso al punto da mettere a repentaglio la sua vita affettiva e lavorativa, oppure forse vuole enfatizzare l’importanza del fattore passionale, motore determinante nelle azioni che si sviluppano e nelle relazioni che si intrecciano nel corso della umana esistenza. In tutti i casi il film non “prende”.
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