Regia di Ned Benson vedi scheda film
Eleanor e Conor sono una giovane coppia di New York innamorata e spensierata, con mille progetti per il futuro e l'entusiasmo giocoso di una infatuazione quotidiana che sembra non dover finire mai. Li ritroviamo dopo sette anni di convivenza ormai alla fine della loro storia, lei che tenta il suicidio e lui che non riesce più ad avvicinarla, con il peso doloroso e insostenibile di un lutto che ha irrimediabilmente compromesso il loro rapporto e le loro stesse prospettive individuali.
Inizialmente pensato come un dittico (lui e lei) in cui rappresentare i punti di vista divergenti di una separazione coniugale che ritrova le sue ragioni tanto nel contesto di una modernità votata ad un radicale individualismo quanto nella fragilità sociale di una generazione che sembra aver avuto troppe opportunità per sapere cosa veramente scegliere, ha poi avuto una distribuzione cinematografica in un unico lungometraggio (loro) dove questi punti di vista confluiscono e si intersecano, mostrando la complessità di un quadro psicologico e culturale che finisce inevitabilmente per mettere sul piatto della bilancia i pesi ed i contrappesi di una difficile (quando mai è stata facile!) transizione generazionale. Frutto di una sceneggiatura che si articola lungo i consueti binari del dramma sentimentale metropolitano e utilizzando un montaggio che riesce a cogliere nel vuoto narrativo di un salto dal ponte, piuttosto che nello spazio lasciato vacante da una foto tolta dal muro, la indicibile ragione ('Geschehen') di una elaborazione del lutto che porta alla dolorosa frattura ('Abbruch') di un menage coniugale dove i destini individuali seguono le traiettorie iperboliche di una reciproca estranietà, il film d'esordio del trentenne Ned Benson ci parla di una irresponsabilità relazionale in cui far precipitare il vuoto di valori di una generazione di trentenni cresciuti loro malgrado (nolenti o volenti) al riparo di un focolare domestico che non li ha saputi preparare agli imprevisti della vita, incerti tanto sul loro destino professionale quanto sulla stabilità delle loro relazioni umane e quindi in grado di risollevarsi solo grazie allo stabile supporto di chi li ha preceduti.
Pur nella convenzionalità del soggetto e nella inevitabile presa d'atto di un fallimento generazionale così clamoroso che non si vedeva dai temmpi di 'Gente comune' o de 'il Grande Freddo' (a volte ritornano!), il film di Benson traccia il doloroso percorso di una frattura coniugale attraverso l'ottimo uso del montaggio ed una non comune sensibilità nello sviluppo dei caratteri, anche e soprattutto grazie all'ottima prova degli interpreti (casting all stars da William Hurt ad Isabelle Huppert, da Viola Davis a Ciarán Hinds) tra cui spiccano senza dubbio il bravo James McAvoy e la superlativa Jessica Chastain, quest'ultima ormai all'apice di una maturità espressiva già valorizzata dalla ribalta mainstream dell'ultimo anno ('Interstellar', regia di Christopher Nolan - 2014 e 'Crimson Peak', regia di Guillermo del Toro - 2015) rispetto al panorama marginale delle produzioni indipendenti.
Presentato in due parti originali al Toronto International Film Festival 2013 e nella versione definitiva alla 67ª edizione del Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard. Miglior interprete dell'anno a Jessica Chastain al Critics' Choice Movie Award 2014.
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