Regia di Salvo Ficarra, Valentino Picone vedi scheda film
Difficile annoverarlo fra i lavori migliori della celebre coppia di protagonisti, ma non per questo è inferiore alla media del genere, dove purtroppo spopolano tanti esempi assai peggio assortiti. Fossero tutti di questo dignitoso livello, i più scadenti nella categoria, avremmo davvero un cinema fiorente di cui tutto sommato andare fieri, anche quando non è propriamente in grado di mantenere le promesse o eguagliare fasti precedenti.
Non ho percepito l'esilarante vivacità di intuizioni che invece mi avevano contagiato durante la visione di almeno un paio di altri loro film. Capisco la difficoltà di riuscire a trasmettere con costanza ed efficacia tali emozioni, su una diversa dimensione rispetto a una singola scenetta a teatro o in uno spettacolo televisivo. Eppure ci avevano già dimostrato loro stessi come ciò fosse un traguardo assolutamente raggiungibile e alla loro portata. Da qui scaturisce quel lieve rammarico con cui ho dovuto constatare un'impressione che non può superare la sola sufficienza.
Per alcuni può essere poco, per me può essere abbastanza. Non focalizziamoci sull'amarezza e sulla delusione, ma cerchiamo di cogliere il buono che c'è. Il divertimento è sano e onesto, privo di volgarità pretestuose, di quel tipo che cerca anche di offrire lo spunto per accennare un minimo di riflessione, senza (s)cadere in banalità; insomma, secondo lo stile cui ci hanno abituati in tutti questi anni. Da promuovere sono quindi gli sforzi, nonostante non sempre giungano pienamente a segno. Si sorride il giusto e più di un momento vale la concessione di una possibilità. Non neghiamogliela.
Salvo e Valentino, due amici rimasti disoccupati, abbandonano la grande città per tornare a rifugiarsi nel loro piccolo paese d'origine, Monteforte, dove la vita è meno cara ed è più facile tirare avanti. L'impatto con la nuova realtà non risulterà per nulla semplice: i due si ritroveranno a vivere in un paese pieno di anziani, dai quali però sarà possibile trarre qualche beneficio. Ogni anziano, infatti, rappresenta una pensione...
I due comici mantengono intatti la complicità e l'umorismo genuino che li distinguono da altri colleghi meno costanti. Stavolta soffrono un poco il fiato corto nel passare sul grande schermo.
Da ascoltare sui titoli di coda la canzone di Alberto Sordi la cui citazione dà titolo al film.
Buona l'idea, perfettibile la realizzazione. In passato hanno già saputo dimostrare di più, benché nel panorama generale comunque non sfigurino troppo nemmeno in questa occasione meno felice.
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