Regia di Jim Van Bebber vedi scheda film
Quindici anni di lavoro sprecati per nulla, il risultato è una sorta di docufiction sulla storia di uno dei personaggi più crudeli esistiti negli Stati Uniti, Charles Manson. Da molti considerato una divinità, il nuovo messia, egli si presenta come una sorta di Gesù Cristo uscito dal buco del culo del mondo, venuto al mondo per persuadere un gruppo di individui psicologicamente instabili e portarli ad uccidere per un qualche genere di missione appena accennata nel film. Eppure io sostengo che se tutti i terribili accaduti fossero stati documentati da qualunque altro regista, l'esito non sarebbe stato poi così negativo, perché se Jim Van Bebber ha impiegato quindici inutili anni per fare un'oscenità, allora un problema ci deve pur essere. Insomma, basta citare un regista come Rob Zombie, che dopo film come House of 1000 corpses e The Devil's Rejects, sono sicuro che avrebbe fatto un ottimo lavoro. La conseguenza di tutto ciò è un lungometraggio che mescola sesso, droga, rock e sangue, in maniera talmente caotica e ammassata da diventare fastidiosa. L'incipt e le descrizioni potrebbero anche sembrare invitanti, ma il film è lento, confuso e non funziona. In qualche modo sembra che voglia omaggiare i vecchi slasher movies anni settanta, ma mancano i meccanismi primordiali della paura. In compenso ci ritroviamo un porno, che fra sangue di animali sacrificati e gli individui idioti che lo praticano, non eccita nemmeno. Manca il ritmo, la tensione, la coerenza. Mancano anche i processi e le ripercussioni dei reati. «Non avete idea di quanto potesse essere disperata la situazione» ammette uno dei personaggi coinvolti, dando quasi l'impressione di riferirsi involontariamente all'intera operazione.
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