Regia di Eric Darnell, Simon J. Smith vedi scheda film
Dopo essere stati il fulcro comico dei primi tre Madagascar ed essere entrati nei palinsesti con una serie tv, i pinguini prendono la strada solitaria per uno spinoff doveroso e inevitabile, in linea con i film che li ospitavano sotto il profilo tematico, estetico e produttivo. Frettoloso ma riuscito l’intro che, in barba al conformismo, contestualizza la nascita dell’orgoglio pinguino e la formazione della "squadra", con Skipper, Rico, Kowalski e Soldato che sembrano la versione sotto acido dei quattro di Big Bang Theory (in ordine sparso, lo svitato, il secchione, l’eccentrico e il coccolone). Poi è tempo di azione: il polpo mutaforma Dave li odia per avergli sottratto popolarità e progetta vendette violente e tecnologiche, vagamente simili ai piani anti Minion di Cattivissimo me 2. Insomma, al rogo l’avvenenza piaciona dei pinguini e lunga vita all’istrionismo dei polpi, costretti a vedersela anche con l’ipertecnologica task force Vento del Nord. Il film fila liscio, funziona più o meno tutto, anche se progressivamente si viene fagocitati dal marchio della saga: un eccesso di vorticoso dinamismo ipercinetico finisce per anestetizzare e far sembrare riempitivi i temi morali del film (quelli di qualsiasi action hollywoodiano, adattati ai più piccoli, quindi il coraggio, l’altruismo, la rivalsa). Di converso le trovate visive sono ottime e la qualità e la quantità delle gag è ragguardevole, con almeno un paio di sequenze molto riuscite.
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