Espandi menu
cerca
Roberto Rossellini: Frammenti e battute

Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mm40

mm40

Iscritto dal 30 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 167
  • Post 16
  • Recensioni 11252
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Roberto Rossellini: Frammenti e battute

di mm40
6 stelle

La vita del più grande regista del dopoguerra raccontata da Carlo Lizzani, cineasta e storico del cinema, con materiali da archivi di tutto il mondo, immagini dei film di Roberto Rossellini e testimonianze di chi lo ha conosciuto.

 

Un'ora di documentario insieme a Carlo Lizzani, che oltre a dirigere e scrivere (insieme a Laura Pettini e Silvia Pettini) si presta in prima persona come attore per raccontarci la figura umana e artistica di Roberto Rossellini. Fra i massimi esponenti della regia cinematografica a livello non solo italiana, ma mondiale, Rossellini ha vissuto fasi nette e talvolta difficili a essere fra loro conciliate: dagli esordi nel cinema di regime, pur senza adattarvisi piattamente, all'invenzione del neorealismo che lo ha reso famoso e amato in tutto il pianeta, all'opera divulgativa degli ultimi anni di vita, quando lavorò quasi esclusivamente per la televisione mettendo in scena le vite di personaggi celebri e dal celebre pensiero, da Pascal a Socrate fino a Gesù Cristo (ne Il messia, 1975). Lizzani è d'altronde un testimone d'eccezione in questo caso, in quanto innanzitutto rinomato storico del cinema italiano, ma anche per aver preso parte direttamente alle riprese di Germania anno zero (1948) in qualità di assistente alla regia; anche il modo in cui ci mostra con giusto orgoglio una breve sequenza da lui stesso diretta in quel film risulta tutt'altro che un accesso di vanità, quanto un'informazione preziosa che difficilmente qualcun altro avrebbe saputo riferire. Ad aiutare la ricostruzione dei fatti e del carattere di Rossellini sono presenti in questo documentario interviste a Isabella Rossellini, Martin Scorsese (entrambe riportare per intero negli extra del dvd), Marcella De Marchis (prima moglie), Renzo Rossellini (figlio di quest'ultima), Silvia D'Amico e altri ancora, con brevi estratti d'archivio riguardanti anche interviste a Fellini, Amidei e Truffaut. Un'ora potrebbe sembrare poco per un personaggio del genere, ma Lizzani ha la capacità di saper raccontare e anche sintetizzare adeguatamente. 6/10.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Ultimi commenti

  1. (spopola) 1726792
    di (spopola) 1726792

    Non ha diretta rilevanza con la tua recensione, ma parlando di Rossellini (e della sua preveggienza anticipatrice) ti riporto alcuni brani di un'intervista rilasciata a L'europeo nel 1966 che potrebbe riguardare benissimo l'oggi cinematografico: "Il cinema non c'è più, non esiste. Il cinema è finito, Il cinema è un cadavere ormai (...)...tutto il cinema che si fa oggi è assolutamente superfluo (...) E' tutto uguale, tra un film e l'altro ormai non c'è più differenza che tra una marca e l'altra di saponette: e più o meno ti danno anche la stessa emozione che potrebbe darti una saponetta. Siamo ridotti a uno stadio di imitazione degno delle scimmie; i film sono soltanto una ripetizione di gesti e situazioni tutti uguali e tutti inutili. (...) I registi sono peggio dei sarti. I sarti le mode le creano, nuove ogni anno. I registi invece le subiscono... Il cinema è diventato una gara sterile di specialisti di temi: c'è lo specialista in psicoanalisi, lo specialista in delirio, lo specialista in alienazione (...). Un fenomeno da nuovi ricchi della cultura, da gente che ha imparato a leggere e scrivere e oggi crede di aver fatto chissà quali scoperte. Sempre rompiscatole, poi. Sempre accigliati. Sempre un eterno lamentarsi: da morire di noia. (...) Io la parola impegno, impegnare e impegnato l'adopero solo al monte di pietà... Io ormai del cinema sono fuori: non sono mica necrofilo. La creazione non mi interessa più: che me lo ha ordinato il dottore di essere un "artista"? Raccontare una storia in un film non mi passa neanche per l'anticamera del cervello... Almeno girando "Roma città aperta", o "Viaggio in Italia", o "Francesco giullare di Dio" io sapevo che che quel che facevo era nuovo, era un cambiamento. Ho sempre saputo di essere un padre e che avrei avuto dei figli, magari degeneri. (...) Ho sempre cercato di inventare. Certo che quando fai una cosa nuova sei approssimativo, confuso. Ma se non corri rischi non fai niente. Bisogna misurarsi sulle cose: non in limiti meschini, ma sul serio, fino in fondo. Figurarsi che me ne frega poi se mi danno del cialtrone... L'importante è star tranquilli con se stessi e soprattutto non annoiarsi."

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati