Regia di Anthony C. Ferrante vedi scheda film
Una nuova tempesta di squali si dirige su New York. Manco a dirlo, in prima fila a fronteggiare i pericolosi animali c'è Fin Shepard, reduce dall'eroico salvataggio di Los Angeles da un fenomeno analogo.
Sequel fotocopia (nel senso che è una puttanata, esattamente come il primo episodio) di Sharknado, clamoroso scult del 2013. Questa volta il regista Anthony Ferrante e lo sceneggiatore Thunder Levin possono contare su un budget palesemente più alto: se ne giovano gli effetti speciali, meno grezzi rispetto al capostipite, ma il film in questo modo perde quell'allure goffo e casareccio che tanto aveva esaltato qualche cultore del trash. Alla fine, di azione ce n'è poca e anche il divertimento latita. Nota curiosa, l'interminabile sfilza di comparsate di attori noti che spesso citano ironicamente se stessi (Robert Hays è di nuovo un pilota come nell'Aereo Più Pazzo Del Mondo, Judd Hirsch guida un Taxi come nella sit-com che lo ha consacrato, Vivica A. Fox sguaina il coltellaccio come in Kill Bill e così via). L'abbondanza del cast e qualche gag azzeccata (lo squalo sull'ala dell'aereo visto solo da Fin, come il gremlin dell'episodio di Twilight Zone tratto da un racconto di Richard Matheson, la testa della Statua della Libertà che rotola per le strade di Manhattan, i newyorkesi che affrontano gli squali armati fino ai denti, la motosega di Fin diretta discendente di quella di Ash in Evil Dead, il finale che cita Ghostbusters) sono le uniche note simpatiche di un altrimenti indecoroso filmaccio.
Una schifezza meno meno: 2/10.
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