Regia di Olivier Megaton vedi scheda film
Terzo (e ultimo?) sterminio di massa compiuto dall'ex agente operativo Bryan Mills/Liam Neeson, questa volta alle prese con chi gli ha brutalmente ucciso la moglie, incastrandolo e costringendolo alla fuga tra fogne, scuole e strade sterrate, braccato da tutte le forze dell’ordine. Oltre che dal solito poliziotto di valore (l’usuale versione di maniera di Al Pacino in Heat - La sfida, ma con Forest Whitaker con espressione da cane bastonato), che lo comprende e lo rispetta, nonostante sia determinato a fermarlo a qualsiasi costo. Prima di un lungo quadretto familiare tutto bei sentimenti e fotografia smarmellata (Neeson va in giro con bagel appena sfornati e parla con un panda di peluche), si parte con un’intro in cui russi fanno le solite cose da russi mafiosi, coatti e spietati, uccidendo un povero cristo e attivando una trama inutilmente cervellotica. Seguono indagini, parentesi spionistiche, duelli corpo a corpo confusionari, spiegoni indigesti e una caterva di inseguimenti parossistici che confermano la stanchezza della “saga”. Sulla linea del precedente (sempre diretto da Megaton, un nome un programma), un altro esempio di cinema sfrontatamente reazionario, senza paletti o interrogativi morali minimamente stimolanti, con una sceneggiatura stanca e noiosa, le usuali vittime necessarie e una visione dell’eroe seriosa, senza sfumature e vecchia come il cucco. Che deflagra in un finale francamente ridicolo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta