Trama
Fine anni Sessanta. Mandato via di casa, il giovane Danny Winters fugge a New York, lasciandosi dietro l'amata sorella. Senzatetto e indigente, stringe amicizia con un gruppo di ragazzi di strada che lo introducono allo Stonewall Inn, uno dei club della città popolato da drag queen, gay e lesbiche. Di stampo mafioso, il locale è però tutto tranne che un rifugio sicuro. Dopo aver fatto amicizia con il soave Trevor e aver attirato l'attenzione del ripugnante direttore Ed, Danny si ritrova al centro di una spirale fuori controllo quando la polizia irrompe inaspettatamente nel club, dando origine a quello che sarà ricordato nella storia come il punto di partenza del moderno movimento per la conquista dei diritti civili degli omosessuali.
Approfondimento
STONEWALL: I MOTI DI STONEWALL DEL 1969 IN DIFESA DEI DIRITTI LGBT
Diretto da Roland Emmerich e sceneggiato da Jon Robin Baitz, Stonewall racconta il risveglio politico e la storia di formazione di un giovane uomo durante i giorni e le settimane che hanno condotto ai moti di Stonewall, violenti scontri fra gli omosessuali e la polizia di New York iniziati la notte del 27 giugno 1969 dopo che l'irruzione delle forze dell'ordine al Stonewall Inn, un bar gay nel Greenwich Village. La volontà di Emmerich, noto per i suoi disaster movie, di portare alla ribalta gli episodi di Stonewall nasce dalla scoperta di un dato statistico preoccupante: nei soli States il 40% dei giovani senza tetto appartengono alla comunità lgbt. Per incoraggiarli, ha voluto portare sullo schermo la prima volta in cui la comunità lgbt ha trovato il coraggio di dire "basta" a soprusi e discriminazioni, reagendo con violenza alla violenza.
Con la direzione della fotografia di Markus Förderer, le scenografie di Michelle Laliberte, i costumi di Simonetta Mariano e le musiche di Rob Simonsen, Stonewall vede la luce dopo due anni e mezzo di lavorazione, passati prima a vincere le resistenze dei produttori americani (restii a raccontare una storia di rivolte omosessuali) e poi a sondare il materiale storico a cui fare riferimento.
I problemi affrontati dai giovani omosessuali nel 1969 non erano molto diversi da quelli che affrontano nel XXI secolo: il più grande di questi è sicuramente dato dal crescere in famiglie dall'indole religiosa e conservativa, pronte ad allontanare i loro figli nel momento in cui scoprono la loro natura. Sebbene faccia appello a fatti realmente accaduti, Stonewall presenta una storia del tutto originale con protagonista un giovane che arriva a New York e comincia a fare amicizia con quelli che il resto della società considerava solo reietti. Al centro rimane però l'importanza che per la comunità lgbt di New York aveva lo Stonewall Inn, un bar aperto da una coppia di gangster e gestito da un uomo, molto temuto, di nome Ed Murphy (portato in scena da Ron Perlman).
Protagonista principale di Stonewall è il giovane attore Jeremy Irvine, chiamato a rivestire i panni di Danny. Tutti potrebbero essere amici di Danny per via del suo carattere. Nella piccola cittadina dell'Indiana in cui vive nessuno è a conoscenza del fatto che sia gay e riesce con il suo carattere universale a farsi voler bene da tutti. Il cast è poi completato dagli attori Jonny Beauchamp (Ray/Ramona), Vladimir Alexis (Cong), Otoja Abit (Marsha P.), Matt Craven (Seymour Pine), David Cubitt (è il padre di Danny), Joey King (è la sorella di Danny), Karl Glusman (è Joe, interesse amoroso di Danny nella sua cittadina natale), Ben Sullivan (è Quiet Paul), Alex Nahi (è Lee), Caleb landry Jones (è Orphan Annie) e Jonathan Rhys Meyers (è Trevor Nichols, l'uomo maturo che prende Danny sotto la sua ala protettiva e se lo porta a letto).
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Commenti (1) vedi tutti
Emmerich abbandona (ma per poco tempo) il blockbuster fragoroso per darsi all'impegno civico e sociale: raccontando l'origine dei moti presso il locale Stonewall di N.Y. a cura di un gruppo di militanti LGBT per la salvaguardia dei propri diritti. Buone le intenzioni; più modesto il risultato, che si adagia su personaggi stereotipati e un pò triti.
leggi la recensione completa di alan smithee