Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
È uno dei migliori film di Chabrol questo "Le boucher" che andava tradotto semplicemente come "Il macellaio", senza calcare la mano su toni truculenti. È un thriller che vede il macellaio del titolo corteggiare una maestra di un paesino del Perigord che gli dimostra simpatia ma non ricambia i suoi sentimenti, mentre avvengono nei dintorni delitti inquietanti di giovani donne... Il film è un omaggio evidente al cinema di Hitchcock, ma anche un'ennesima dissezione dell'autore nei mali della provincia francese: la follia omicida nasce proprio dove meno lo si aspetterebbe, in un contesto pacifico e ordinario, e la suspense non è tanto legata all'identità del colpevole, quanto alla possibilità che si realizzi o meno il sogno del macellaio verso la donna. Chabrol riesce a conferire spessore ai due protagonisti attraverso piccoli tocchi che si rivelano efficaci, sia nei dialoghi che attraverso le loro azioni, rese con grande meticolosità in alcune sequenze piuttosto dilatate come quella iniziale del matrimonio dove si conoscono Popaul e la signorina Helene. I due protagonisti sono in ottima forma, sia la musa Stephane Audrane, un po' frigida come le tipiche eroine hitchcockiane, sia un Jean Yanne che da giovane poteva contare su una finezza nelle sfumature recitative da applauso. Il film è ben riuscito anche tecnicamente, con alcuni pezzi di bravura soprattutto nella parte finale, ma non arriva al livello dei capolavori del maestro inglese perché non evita qualche lungaggine e il ritmo narrativo non è assolutamente impeccabile come nell'Hitchcock maturo. Il finale con la signorina Helene sui bordi di un lago che acquista una diversa consapevolezza della realtà ha la giusta dose di disincanto, e le immagini sono sapientemente spoglie.
Voto 8/10
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