Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
VOTO 8+ INESORABILE (Tv 24 Aprile 2011)
Come si chiamano i desideri quando si allontanano dalla bestialità? Si chiamano aspirazioni.
Citando un'intervista dello stesso Chabrol, questo film è un'opera sulla natura animale dell'uomo che si nasconde nel profondo delle nostre anime. La violenza viene incanalata e repressa dalla civiltà (sempre secondo il regista), ma se come nel caso di Popaul, reduce di guerra, è lo stesso sistema ad usarla si crea un cortocircuito fatale. Simbolicamente l'evoluzione dell'essere umano appare nel racconto, attraverso le pitture dell'uomo di Cro-Magnon, un filo diretto con l'animalità delle nostre origini, il tutto reso ancora più primordiale dall'utilizzo continuo e pertinente di una colonna sonora composta da musica sperimentale, essenziale alla grande resa suggestiva della messinscena. Quindi siamo di fronte ad un film a tesi dove la prima parte brillante e straniante nel ricreare un quotidianità molto credibile (grazie anche alle performance attoriali di livello), è la base da cui parte l'inesorabile analisi chabroliana. La mdp pedina i personaggi senza sosta, con zoom e panoramiche continue accentuando così la componente da osservatore riservata a noi spettatori, per poi ricorrere all'improvviso a riprese in soggettiva, sbilanciando volutamente l'economia della storia, trasmettendo in questo modo una suspense implacabile. Con dialoghi ben scritti e un finale memorabile, sospeso, ineluttabile, senza vie d'uscita, Le Boucher (il macellaio, la traduzione italiana è fuorviante) è uno dei punti più alti della filmografia di Claude Chabrol, giustamente accostato da molti, per la gestione semplice e logica della vicenda, al maestro Hitchcock.
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