Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
In un paese di provincia il macellaio (Le boucher del titolo originale, che quello italiano forza in senso truculento) corteggia timidamente la nuova maestra, che si mostra amichevole ma non se la sente di impegnarsi in una relazione. Poi inizia una serie di delitti, e lei sospetta che il colpevole sia lui. Come di consueto, a Chabrol non interessa la trama gialla (l’assassino è quello che sembra tale da subito): il film è la storia del mancato incontro fra due scontrose solitudini (lui ha traumi di guerra, lei è rimasta scottata da un amore finito male) che si riconoscono simili, potrebbero aiutarsi a vicenda, ma non ci riescono. Indimenticabile il finale sospeso, con la corsa all’ospedale e il primo e unico bacio scambiato fra i due: un bacio che non serve a trasformare il rospo in principe, ma inserisce un tocco di disperata carnalità in un contesto desolatamente platonico. Una delle prove migliori del regista insieme a Stéphane, una moglie infedele: non sarà un caso che in entrambi reciti la moglie Stéphane Audran, qui dolce ed eterea, in perfetta antitesi al goffo Jean Yanne.
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