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Dio esiste e vive a Bruxelles

Regia di Jaco Van Dormael vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Dio esiste e vive a Bruxelles

di axe
7 stelle

Un film surreale, dai contorni grotteschi, in bilico tra la commedia ed il dramma. La protagonista del film è Ea, una bambina che vive segregata, con la famiglia, in un immenso appartamento di Bruxelles. Ea è la figlia di Dio, rappresentato come un insignificante ometto di mezza età, annoiato e dispettoso, onnipotente solo grazie ai mezzi - un vetusto PC ed un immenso schedario - dei quali è fornito. Dopo essersi confrontata con il fratello Gesù, che le consiglia di riunire intorno a sè sei apostoli e far scrivere un Nuovo Nuovo Testamento, Ea comunica tramite sms la data di morte a tutti gli abitanti della terra dotati di telefono cellulare e fugge tra gli uomini. Qui, in un mondo nel quale ogni persona conosce la data della propria morte, con l'aiuto di un clochard, rintraccia e lega tra loro i sei apostoli, sei persone con una piccola, ma complessa, storia personale alle spalle. Nonostante alcuni intermezzi divertenti, il film è drammatico. I sei selezionati come apostoli sono persone comuni, con i loro sentimenti, sogni, speranze, delusioni, che il film racconta con estrema liricità; troveranno comunque felicità a conclusione della vicenda, quando il controllo sul Creato passa definitivamente dal Dio capriccioso alla moglie, una Dea che sovverte l'ordine "naturale" delle cose e consente, tra l'altro, la realizzazione dei sentimenti dei personaggi. Il regista fa un forte ricorso ad allegorie, dipingendo inizialmente i personaggi come estremamente problematici, alcuni anche negativi, secondo canoni morali e normativi della nostra società. Successivamente li "salva" motivando la loro sorte, trovando quanto c'è di buono in loro, e "redimendoli" nella sovvertimento della natura. Un film, infine, molto "al femminile". Nonostante i personaggi siano uomini e donne, sono queste ultime, nelle loro vesti umane e divine, a far trionfare felicità e soddisfazione, in una incisiva conclusione della storia. Il film è molto lento ed indugia in sequenze di forte valenza lirica e simbolica. Questo aspetto, insieme alla surrealtà che contraddistingue la storia rende l'opera di scarsa immediatezza e fruibilità ad un pubblico "casuale". Tra gli attori ho apprezzato l'interprete di Ea, una bambina volitiva, sognatrice, benefica; l'esatto opposto di Dio, conservatore, arido, egoista, anch'Egli ben interpretato. Validissima, perfettamente in linea con scene e contenuti, la colonna sonora del film; peccato per la traduzione del titolo del film, che non rende giustizia all'ampia portata narrativa dell'opera.

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