Regia di Jaco Van Dormael vedi scheda film
Il Nuovo Testamento secondo Van Dormael
Si parla tanto in Italia di modificare la Costituzione, mai di aggiornare il Nuovo Testamento. Lo ha fatto per noi Jaco Van Dormael. DIO ESISTE E VIVE A BRUXELLES in un anonimo appartamento, in un grande ufficio con al centro un vecchio pc e ai lati della stanza tante cassettiere alte fino al cielo, con dentro i destini del mondo. Dio si diverte a fare dispetti, a riempire le vite di disgrazie. D’altronde basta vederlo: trasandato, incattivito, violento, sboccato, bevitore e fumatore incallito. Ci pensa la figlia Ea a sobillare i suoi piani di sfortune. Scappa di casa - come fece il fratello Gesù - passando da un oblò di lavatrice, trova in un candido barbone lo scriba per il nuovo nuovo testamento. Sei nuovi apostoli, con problematiche attuali da scovare e ritrarre. Ognuno rappresenterà una solitudine moderna. La piccola Ea, come una poesia di Alda Merini semplice e sincera, si affianca ai personaggi e ne ascolta le confessioni, i desideri, i ricordi, i lamenti e i battiti del cuore. A ciascuno una musica, una sinfonia. Dio finirà in Uzbekistan, scambiato per un profugo incapace di vivere e relazionarsi con il prossimo e la società.
Opera matura e ambiziosa quella del belga Van Dormael: dai tratti pittorici più variegati e dai toni ironici, grotteschi, drammatici e poetici. Una commistione ben riuscita che fa sorridere e riflettere sui nostri strani destini, sulle nostre dubbie esistenze, sui dogmi fallibili della fede e le umane perversioni. La fantasia e l’inventiva della messinscena arricchiscono il film di quella originalità visiva che da sempre contraddistinguono l’autore.
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