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Dio esiste e vive a Bruxelles

Regia di Jaco Van Dormael vedi scheda film

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La recensione su Dio esiste e vive a Bruxelles

di EightAndHalf
3 stelle

E' dai tempi del Fabuleux destin d'Amèlie Poulain che si cerca di ritrovare, tra una certa schiera di registi, la formula innovatrice di un genere definibile come grottesco corretto, un particolare modo di fare cinema che è abbastanza poco incisivo e superficiale da lasciare soddisfatto lo spettatore dal palato buono. Grottesco corretto, o magari grottesco facile, o magari finta eversione. Tutte espressioni che calzano a pennello per il nuovo film di Jaco van Dormael, Le Tout Nouveau Testament, sorta di mucchio di idee ammucchiate una sull'altra senza criterio, o, se vogliamo, con troppo criterio. 

 

Pili Groyne

Dio esiste e vive a Bruxelles (2015): Pili Groyne

 

La bellezza delle immagini di van Dormael è una bellezza plastificata, fasulla, ostinatamente originale, fino al punto da tediare. Ci sono alcuni analoghi precedenti, da I sogni segreti di Walter Mitty di Ben Stiller fino allo stesso Mr. Nobody. Non è tanto il disorientamento da doversi accusare al film del regista belga, o al suo cinema in genere, quanto il suo esatto opposto. E' cinema cristallino, trasparente, stra-ovvio, ma al contempo furbo, paraculo, sincero manco lontanamente. Devono sempre fischiare le orecchie nel sentire "film per tutti", perché voler accontentare tutti è sempre una scelta diplomatica sbagliata. Van Dormael (pensa di) confonde(re) le carte dando una struttura episodica al suo film e deviando da una narrazione ordinaria per gigioneggiare e trastullarsi in sincopi, rallentamenti, ellissi immagnifiche, privando l'intera sua opera di genuinità e di intrinseca omogeneità. Le Tout Nouveau Testament è un film facile, elementare, scontato. Niente che Michel Gondry o Spike Jonze o Philip Kaufman non ci abbiano già fatto vedere, solo con molta meno demenza e noncuranza. A dare sinceramente più fastidio è la voglia di ammiccare all'occhio cinefilo: Ea che sposta il bicchiere di latte vorrebbe essere una scanzonata citazione dello Stalker tarkovskiano?, o la Deneuve che si innamora del gorilla un rimando generico al Max mon amour di Nagisa Oshima? E' tutto cinema alla cui levità e alla cui freschezza van Dormael pensa di poter anelare, ma l'errore è già in partenza. 

 

Benoît Poelvoorde

Dio esiste e vive a Bruxelles (2015): Benoît Poelvoorde

 

Idee, cerebralità, trovate, privano questo film e privavano Mr. Nobody di un'impronta, di una cifra stilistica, di uno sguardo, che normalmente si addicono ad un Autore. Se qui un elemento è riconoscibile, è quello del senso di futilità che attraversa l'intera visione. Il bestiario di personaggi si dispone agli occhi dell'indifeso spettatore cadendo nell'aneddotica più sfrontata, la seriosità sembra quella di un entusiastico ragazzino con in mano una cinepresa e nell'altra tanti soldini, la metafora è un espediente sempre più irritante nel corso del film per simulare brillantezza, e l'ironia è un mezzuccio o meglio un sotterfugio per giustificare cotanta latenza di ragionamenti sostanziali, piuttosto che di colpi sbandati dell'immaginazione. Non c'è un discorso, non c'è un'evoluzione. C'è tanta staticità, tanta ridondanza, e pure un messaggio che ricordi all'uomo di essere libero, libero, libero, per poter fare quello che vuole. Una libertà inversamente proporzionale alla presunta libertà della maniera di van Dormael. Manca la profondità, se c'è l'immagine manca ciò che c'è dietro l'immagine e ciò che c'è oltreLe Tout Nouveau Testament pecca di logorrea, e non riesce a generare, con tante armi in mano, nemmeno un briciolo di novità, né un sussulto, né una risatina che non sia tirata con le pinze. Lo stesso comparto tecnico è risibile: i chiaroscuri sul volto di Ea che racconta i fatterelli dei vari personaggi sono ridicoli, le immagini più "futuristiche" e "simmetriche" sono il fondo della bottiglia di un immaginario cinematografico che si scopre mestamente esauribile, e i momenti più poetici (presunti) sono leziosi, melensi, già visti. Lo stesso utilizzo della musica è un'accozzaglia ignorante di melodie più o meno note che ammicchino. Per non parlare di quando si cita Proust, e qui è meglio stendere un velo (più che) pietoso.

 

Yolande Moreau

Dio esiste e vive a Bruxelles (2015): Yolande Moreau

 

Alla fine della fiera si può dire, col cuore in pace, che Le Tout Nouveau Testament è il film più futile e inutile dell'intera stagione cinematografica di quest'anno. Una di quelle cose brutte che neanche fanno parlare di sé, per le quali si preferirebbe il letargo dell'oblio più profondo. 

 

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