Regia di Jaco Van Dormael vedi scheda film
E se Dio fosse uno di noi? Ma uno dei peggiori di noi: cinico, bastardo e fancazzista, assente in famiglia e svogliato sul lavoro? Certo, l’uggia di Bruxelles, dove l’onnipotente vive, non aiuta;?lo ammette anche la piccola Ea, secondogenita dell’insopportabile divinità, cui il fratellone J.C. - che le parla tramite icona - suggerisce di ribellarsi. E di scrivere un Nuovo testamento suo. È sufficiente procurarsi gli apostoli; magari sei, per arrivare a un totale di 18, come una squadra di baseball, che poi è lo sport favorito della mite e svaporata moglie di Dio (la coppia Benoît Poelvoorde/Yolande Moreau è inarrivabile). Il soggetto esplosivo del quinto film del belga Jaco Van Dormael parte da qui, ed è solo l’inizio: la vera rivoluzione di Ea è nel donare all’umanità quel libero arbitrio che la fede appanna, così si insinua nell’antidiluviano computer del babbo e invia a ogni essere umano un sms con la data della propria morte. Più del reclutamento dei sei autori del nuovissimo testamento, raccontato per capitoli ora leziosi e jeunettiani, ora dolcemente surrealisti (uno su tutti: quello che coinvolge Catherine Deneuve e un gorilla), è irresistibile l’apocalisse tutta individuale che Van Dormael orchestra: la catastrofe è in noi e, non appena conosciamo la nostra data di scadenza, il mondo entra nel caos. Non resta che rifondarlo, in una neo-genesi femminista che rimette il destino dell’umanità in mano alle donne.
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