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Inside Out

Regia di Pete Docter vedi scheda film

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La recensione su Inside Out

di ethan
6 stelle

Riley, 11 anni, e la sua famiglia, a causa del lavoro del padre, si trasferiscono dal freddo Minnesota alla calda California, a San Francisco. La piccola dovrà far fronte a una nuova casa, una nuova scuola, nuovi compagni di classe e sentirà presto la nostalgia di casa ma le verranno in soccorso le cinque emozioni - Gioia, Rabbia, Tristezza, Paura e Disgusto - che cercano di darle una mano ma, inavvertitamente , complicano ancor di più la sua già tribolata vicenda.

'Inside Out', introdotto dallo stomachevole corto 'Lava', sul quale è meglio soprassedere, firmato da Pete Docter (ma co-diretto da Ronnie Del Carmen) è il 15esimo lungometraggio animato di quella fucina di cose preziose che è la Pixar che, dal 2006 sotto l'egida della Walt Disney, ha sfornato grandi opere ricche di poesia e fantasia come la saga di 'Toy Story', 'A Bug's Life', 'Monsters and Co.', 'Ratatouille' e 'Up', ed è una sorta di romanzo di formazione dove il protagonista - nel caso specifico la bambina Riley - è messo a dura prova in un momento delicato della sua esistenza e maturazione e deve cercare di superare uno o dei grossi ostacoli che gli si parano davanti.

Il film ha un grande spunto nel materializzare le cinque emozioni-guida - Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto - meccanismi che regolano il funzionamento della mente umana, tra Ricordi, Memoria a lungo termine, Ricordi base, Isola della personalità e Idee, tutti resi visivamente con delle belle trovate ma poi risente di uno sviluppo farraginoso e discontinuo del plot, con momenti riusciti - che corrispondono praticamente con tutte le parti 'ambientate' nella mente di Riley, con picchi di creatività che si raggiungono nel viaggio allucinante intrapreso da Gioia e Tristezza per cercare di riportare il tutto sotto controllo, con i due momenti topici dell'addio a Bing Bong, l'amico immaginario di Riley, che si sacrifica per il bene comune e quello alla Cineproduzione Sogni, con una gustosa satira del cinema - alternati ad altri, con gli 'umani' in azione, avviluppati da una certa dose di melensaggini di chiara derivazione disneyana, con edificanti quadretti famigliari che fanno un po' a pugni con la parte 'poetico-fantastica' dell'operazione.

L'effetto 'ibrido' che ne sortisce,  a mio avviso, è il fatto di poter non entusiasmare i puristi di un'animazione di un certo tipo, 'rigorosa' se mi si passa il termine, ma colpire il pubblico più eterogeneo possibile, dal bambino che magari non afferrerà il senso profondo dell'opera ma sarà catturato dal coté visivo, all'adulto che sarà più attratto dall'elemento 'emotivo-emozionale' dell'operazione.

Costato 175 milioni di dollari, ne ha già incassati più di 800 in tutto il mondo, ma, ribadisco, la Pixar ha fatto di (gran lunga) meglio!

Voto: 6,5.

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