Regia di Pete Docter vedi scheda film
Erano cinque le emozioni che ci accompagnavano nel cuore e nella testolina di Riley, l'ultima creatura Pixar, a caccia di una vita serena e spensierata.
Ma all'uscita dal cinema me ne trovo un'altra accanto, e bella corposa.
La delusione.
Le aspettative sono una gran bella cosa ma stavolta Pixar sbraga eccessivamente in questa introspezione psicologica che lascia al tappeto intanto una marea di bambini visibilmente spiazzati dai toni adultosi e pure un sacco di adulti che faticano - e io con loro - a trovare lo spirito bambino che li proietti sapientemente, come spesso accade in un lavoro a cartoni, in una dimensione adolescente spesso trascurata.
Gioia, Rabbia, Tristezza, Paura e Disgusto rappresentano uno squilibrato quattro contro uno che, seppur testato da autorevoli fonti e propedeuticamente indispensabile al positivo epilogo della pellicola, non rende giustizia all'eterna battaglia emotiva che tutti noi combattiamo quotidianamente nel nostro io.
La mente umana è regolata come un immenso Quartier Generale dove queste cinque emozioni base educano e indirizzano la crescita di Riley.
Ma tra memoria, subconsio e cura della personalità rischiamo di andare in confusione, mentre i bambini sommersi di popcorn caramellato e cocacola iniziano coscientemente a rimpiangere i Minions della sala accanto.
Speranza, Perdono, Sorpresa, Curiosità, Complicità, Desiderio.. sono tra le emozioni positive accantonate dalla pellicola con troppa facilità per far spazio all'unica eroina in grado di salvare la baracca quando gli eventi contrari faranno capolino, per quanto poi cerchi di coinvolgere, arrampicandosi su più specchi, anche il resto della truppa..
Il film poi è statico, monocorde, dalla scarsa inventiva, dal limitato coinvolgimento, stranamente frenato nell'originalità cartoonistica.
Manca verve, latita il genio, scarseggia la potenzialità che solitamente tracima dagli autori Pixar e ti ubriaca di soluzioni visive incredibili.
E' come se la Gioia, protagonista indiscussa del film, voglia e debba pagare eccessivo pegno. Rendendosi stucchevole protagonista di un film che non decolla mai se non in rarissime sequenze.
Insomma fa Rabbia constatare che Tristezza e un vago Disgusto si impadroniscano dei nostri giudizi fino a farci restare abbastanza male sulla poltroncina della multisala.
In più si aggiunge la fondata Paura che alla Pixar abbiano dimenticato come si affascina lo spettatore.. i Wall.E e gli Up sono lontani anni luce.
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