Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Da "Ritorno al futuro", "Peggy Sue si è sposata", tanto per fare due esempi soli, sono molte le pellicole, quasi sempre in chiave di commedia con tonalità fantastiche, che hanno per protagonisti persone che hanno l'occasione di fare un salto temporale al periodo della loro giovinezza, e poter cambiare qualcosa che determinerà un notevole cambiamento del flusso della loro vita futura. Al di là del fatto che la morale è più o meno sempre la medesima ( con tutti i difetti del presente, non si cambia nulla, va bene così, in fondo...), i Vanzina questa volta, a livello di sceneggiatura e idee, hanno proprio messo il minimo sindacale: senza una spiegazione nemmeno azzardata, e lo avevano già fatto ne "Il cielo in una stanza", i personaggi principali si ritrovano sbalzati indietro di venticinque anni. Rimangono con la solita fisionomia, ma se si vedono in uno specchio, trovano le loro versioni giovanissime, così come li vedono gli altri ( che pensatona...), e se Bova può impedire a se stesso di sposare la donna che poi lo lascerà per un altro, Memphis vuole cambiare il percorso di sè, scapolo indefesso, e della madre, alcolista senza tregua. In sè, il film è innocuo e fessacchiotto come una qualsiasi fiction domenicale, senza spessore nè credibilità alcuna verso il mondo che propone. Il problema è che le scarsissime occasioni di sorriso le fornisce tutte Max Tortora nel ruolo secondario del padre di uno dei protagonisti, per il resto, il cast è quasi mai convincente: Bova non è un attore brillante, però è volenteroso, Memphis sembra essere sullo schermo per procura, la Minaccioni dà una versione di un'ubriacona da recita delle sagre di quartiere, la Michelini è tutta mossette e gesti esagitati. Va bene la leggerezza, ma l'inconsistenza è altra cosa...
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