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L'attimo fuggente

Regia di Peter Weir vedi scheda film

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La recensione su L'attimo fuggente

di lino99
7 stelle

Lucida e simpatica analisi su quello che non siamo, ma che (volendo) potremo diventare

"Vorrei diventare un attore!"...potrà mai essere un desiderio innocuo, un sogno giovanile, una fissazione passeggera o potrebbe trasformarsi in un problema, in una mancanza di rispetto degli schemi prestabiliti dai propri tutori, nonchè dal sistema scolastico intento a considerare dei numeri, dei robot una massa di adolescenti che non possono essere di certo catalogati come le poesie secondo la tabella teorica finita nel cestino su esplicita richiesta dell'insolito professore protagonista di questa pellicola, interpretato dal compianto Robin Williams, un uomo, un eccezione che riesce a far svegliare i suoi allievi, al punto da non vergognarsi di recitare una poesia davanti a tutti, soprattutto quando potrebbe essere la tua vocazione, a farsi coraggio, diventare intraprendenti e incuranti di una dichiarazione d'amore letta di fronte a degli sconosciuti e con alle costole il fidanzato dell'amata, a focalizzare e inseguire i propri sogni, l'elemento più importante della nostra vita che, pur avendo la consapevolezza dell'illusione, la rendono davvero speciale e unica. Perché bisogna fondare una setta dei poeti per dire quello che passa nella testa, sembrando quasi diversamente normali? Perché non possiamo, come mostra il temerario "capitano" (come si fa chiamare il professore, citando Walt Whitman), salire sul banco, senza un motivo importante? Ma soprattutto perché è così impervio diventare un attore? Una pellicola dunque intelligente, istruttiva, ma volta in particolare a mutare le mentalità, non per semplice capriccio di rivoluzione, di ribelliione, ma per insegnarci, o ricordarci, che non deve essere dato niente per scontato e non dobbiamo permettere a nessuno di decidere al posto nostro. "Carpe Diem" (Cogli l'attimo) lo diceva Orazio e da qui possiamo capire che lo studio del passato, della storia o della letteratura non è inutile, come affermano molti, ma è più attuale di quanto si possa immaginare. Non bisogna dunque confondere il messaggio e cadere nella semplice negligenza, ma semplicemente non rendere pesante e problematico ciò che non lo è affatto al punto da maledire i grandi del passato, ma considerarle semplici testimonianze, talvolta consigli, di gente paradossalmente più evoluta di noi. Peter Weir, regista anche di "The Truman show", affida ai famosi Williams e al qui giovane Ethan Hawke una di quelle testimonianze: rendere possibili le nostre illusioni, vuoi semplici questioni amorose vuoi desiderio di non essere un mediocre. A mio parere non un capolavoro ma un classico ironico e con un ottimismo di fondo.

 

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