Regia di Peter Weir vedi scheda film
Biasimevole polpettone pregno di retorica adolescenziale, dalle frequenti incursioni in profondità nel regno del patetico. L'unica cosa che si può salvare da un film del genere è l'ottima interpretazione di Williams, ma certo le chiacchiere da bar, lo stolido filosofeggiare, le gratuite sentenze che permeano i dialoghi non costituiscono un pregio o un elemento da ricordare. Esistenzialismo ed individualismo a raffica: cosa rimane della società, dei rapporti interpersonali, dell'empatia, della reciproca comprensione e solidarietà? Nulla, solo le velleità espressive contano per il professor Keating ed i suoi alunni. Avessi avuto un prof e dei compagni di scuola del genere, sai che due palle. Chiaramente sul grande pubblico, invece, questo atteggiamento funziona a meraviglia. Noioso, saccente e pretenzioso.
Anni '50, in un college all'antica arriva un professore di letteratura simpatico, disponibile al dialogo con gli studenti ed anticonformista. I ragazzi imparano ad amare la poesia ed uno di loro intraprende la carriera di attore teatrale, contrariando aspramente il padre. Un giorno il ragazzo si suicida proprio con la rivoltella del padre e la scuola fa di tutto per incolpare il professore stravagante, che viene cacciato. Ma i suoi alunni lo hanno sempre nel cuore.
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