Regia di Tomm Moore vedi scheda film
Favola struggente e bellissima ricca di rimandi e significati, pensata per i bambini ma che sa meravigliare e coinvolgere gli adulti. Tutto quello che l'animazione digitale non può fare, questo film lo suggerisce; poesia, emozione e tenerezza tradotte in immagini.
In una domenica di libertà, decido di andare al cinema senza avere le idee chiare su cosa vedere, perchè non ci sono titoli che attirano in questo momento la mia attenzione; così ho scoperto questo bellissimo film d'animazione per puro caso, e la sorpresa è stata notevole.
Ebbene, per me è stata l'ennesima prova che l'animazione digitale, per quanto suggestiva ed efficace, ancora non arriva a toccare certi risultati che solo col disegno tradizionale, l'unico che abbia poesia ed anima, quello fatto con gli acquerelli dei fondali, dove lo stile ogni volta diverso e quasi irripetibile, immerge lo spettatore nella magia tipica di un cartone animato, pensato sì per bambini, - i disegni sono semplici, essenziali, eppure puliti, le linee armoniose e morbide, dolci, ma per nulla stucchevoli - ma sa coinvolgere ed emozionare in maniera incredibile anche i più grandi.
Nulla come un cartone animato si presta tanto bene a raccontare una favola dove è presente il tema spirituale, tradotto in forme semplici e consuete, la magia di folletti, creature marine, bambine che si trasformano in foche - animale dolce che suscita tenerezza e senso di protezione - che devono cantare per liberare gli spiriti della natura.
Film del 2014 di produzione irlandese franco belga che fu candidato a migliore film d'animazione - e avrebbe meritato - narra una storia originale, intimista, densa di sentimenti in cui è facile riconoscersi, struggenti e a volte dolorosi.
Non so perchè arrivi così tardi nelle nostre sale, ma sicuramente merita attenzione.
Ci sono i bambini, una fratello e la sorellina più piccola, e i piccoli conflitti dell'infanzia, le sue paure legate alla perdita delle persone amate, la gelosia e il risentimento riversato su chi sembra risponsabile del dolore altrui, per qualcosa che si è perduto.
Ci sono le storie, strani buffi personaggi come l'omino dai capelli lunghissimi, le fiabe che raccontava la mamma che restano nel cuore, che parlano di giganti sofferenti trasformati in pietra, di streghe e gufi; la silkie è la bambina protagonista del film che soffiando in una conchiglia in cui si sente il canto del mare, richiama le piccole luci che la guidano lungo il suo percorso, accompagnata dal fratellino più grande che cerca di aiutarla, salvarla dalla strega che vuole rubarle i sentimenti e trasformarla in pietra per preservarla dal dolore e dalla sofferenza.
Perchè anche ciò che sembra il male, in realtà non agisce per cattiveria, ma solo paura. Paura delle emozioni che possono essere difficili da gestire, punto di vista inconsueto in un prodotto destinato all'infanzia. Il 'male' in questa fiaba non è fine a se stesso, non è qualcosa da distruggere, piuttosto da salvare, perchè ha solo una visione diversa di ciò che è giusto.
Non è male reale, è solo sofferenza.
Il film è bellissimo, profondamente commovente, poetico nella grafica che ricama e decora fondali con linee curve che formano colline e montagne, ricco di elementi geometrici ed equilibrati, struggente, pieno di spunti, silbolismi e possibili chiavi di lettura interpretative su cosa sia l'amore, su come si manifesta e su come sia possibile fraintenderlo, o non comprenderlo appieno in tutte le sue forme e manifestazioni, e si riflette nella vita che si ridesta col canto della silkie, canto che investe tutta la natura permeata di spirito, di vita e gioia.
Una sola visione lascia meravigliati, ma sono sicura che è una di quelle opere che se riviste, rivelano sempre qualcosa di nuovo;
una ricchezza per gli occhi e un balsamo per l'anima. 4 stelle le merita tutte.
All'uscita dal cinema avevo gli occhi lucidi.
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