Regia di Mimmo Calopresti vedi scheda film
per uno come me per cui il calcio potrebbe tranquillamente non esistere, il documentario su socrates è stata una gradita sorpresa. indagare sulle origini delle leggende per saperne di più è una caratteristica che ci contraddistingue. socrates era una persona a cui piaceva vivere e vivere con gioia. tutto ciò che ha fatto lo ha fatto con questa finalità e con la finalità di rendere libero il proprio paese, al tempo preda e vittima di una lunga dittatura. le immagini più belle sono quelle che lo vedono per esempio ballare a bordo campo, cantare ad una festa seduto in una tavolata con un giovane che pare suo figlio tapparsi le orecchie dalla vergogna e fumarsi una sigaretta oramai in età avanzata mentre racconta che i medici gli vogliono proibire di bere e appunto fumare. il calcio come la vita dovrebbe essere un gioco da prendere con gioia, anche se come dice, non è uno sport di gambe, bensì di testa. esemplare quando spiega il motivo per cui ha sbagliato un rigore, che era il primo della partita quando lui di solito calciava il quinto, dopo aver osservato attentamente il portiere e le sue mosse. calopresti si muove leggiadro in una storia che tocca anche l'italia, firenze e la fiorentina, dove socrates come una specie di divo del cinema in declino, più che giocare, si dilettava a parlare di politica e tracannare bottiglie di vino. un calciatore che ha la gioia di essere ricordato anche ma non solo per le sue qualità sul campo, bensì quando gioiva dei cambiamenti che stavano avvenendo nel suo paese grazie alla sua gente, che stava svoltando verso la libertà in quella che venne chiamata la democrazia corinthiana. insomma, calcio con passione, cuore, testa e sorriso.
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