Dopo La ragazza di Nashville, coinvolgente biopic di Michael Apted del 1980 incentrato sulla vita e sulla carriera di Loretta Lynn, che valse a Sissi Spacek l'Oscar per la migliore interpetazione nel 1980, nel 1985 il regista naturalizzato inglese Karel Reisz si appresta a portare sullo schermo la storia di vita della sua più illustre collega e rivale, nonché coetanea della cantante di cui sopra: Patsy Cline.
Per curiosità le due celebri dive si ritroveranno a recitare assieme nel ruolo di due tra le tre sorelle solo l'anno successivo a questo film, nella commedia ironica e romantica intitolata crimini del cuore.
Una vita dura, quella di Patsy, contraddistinta da alti e bassi ed una fine prematura e tremenda a causa di uno schianto aereo che la strappò crudelmente alla vita alla giovane età di trent'anni.
Dalle prime esibizioni in locali squallidi di provincia, fino al successo che la vide rivelarsi una delle principali esponenti della musica country statunitense, la Cline fu spinta a spiccare il volo da una situazione familiare piuttosto problematica, costretta com'era a mantenere una madre affettuosa ma un po' disorganizzata, il suo compagno nullafacente, ed un marito completamente senza carattere.
L'incontro con Charlie Dick, operaio assai greve, istintivo se non proprio violento, ma affascinante ed abile a manipolarla e sedurla, finisce per rivelarsi la forza ma anche il calvario della cantante, che assieme a lui trova il modo di acquisire la sicurezza e la determinazione per emergere, senza tuttavia riuscire mai a togliersi di dosso l'ingombrante presenza di un compagno che più volte ha saputo rivelarsi un partner violento e dispotico.
Pronuncerà il suo nome un attimo prima dello schianto mortale con cui pose fine alla propria esistenza terrena. Karel Reisz ha voluto raccontare così un biopic particolarmente incentrato su una storia d'amore tutta alti e bassi, ma animata da due partner che non seppero ricorrere alle mezze misure nel presentarsi completamente solidali, o altrimenti opposti durante le fasi di quel lungo e tormentato rapporto che costituì la loro unione.
Reisz dirige con la nota professionalità un film di fatto tutto poggiato sulla destrezza interpretativa dei suoi portentosi interpreti, Jessica Lange meritevole della nomination all'Oscar e strepitosa nel riuscire a mimare con mirabile credibilità la gestualità della cantante seguendo in playback il tempo dei pezzi originali suonati in sottofondo: senz'altro una tra le sue più sofferte e rimarchevoli interpretazioni. Le fa da degno contraltare un carnale e virile Ed Harris cappellone, anche lui assai convincente in un ruolo sfaccettato e torbido.
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