Regia di Alan Taylor vedi scheda film
Sarà forse anche un "blockbuster" ma per il ritorno di Arnold nel ruolo che lo ha reso un'icona non solo cinematografica ammetto che mi aspettavo decisamente di meglio. O almeno una produzione un pò più evoluta e sofisticata e che non fosse soltanto una mera operazione reboot/sentimentale/nostalgica come si è invece rivelato questo GeniSys.
La "nuova" opera di restyling della saga di Terminator inizia esattamente da dove la storia è iniziata 30 anni fà, anzi..giusto un attimo prima, con Connor e la ribellione che riescono a catturare il complesso con la macchina del tempo di Skynet ma non a impedire l'invio del T-800 nel passato, costringendo Connor a rimandare indietro nel tempo Kyle, ovvero suo padre, come da istruzione lasciatele dalla madre, ma.. e da qui inizia la retcon, anche piuttosto pesantuccia, della saga immaginata dalla Paramount per rilanciare un franchising che i pessimi risultati delle ultime pellicole davano in fortissimo ribasso.
E per farlo decidono di ripartire, anche giustamente secondo me, dalle "basi" ovvero direttamente dal Terminator di Cameron, e nel frattempo rivoluzionano completamente tutto e cancellano tutto quello raccontato nelle ultime pellicole per ripartire praticamente da zero. O quasi.
Infatti Terminator GeniSys non è un sequel o un prequel ma il compito affidato ad Alan Taylor è di un vero e proprio reboot, qualcosa che i nuovi spettatori possano seguire senza la necessità di conoscerene le precedenti opere e, pur se tra diverse ingenuità e qualche perplessità di troppo, credo che riesca comunque nell'intento. Almeno in questo.
Rispetto invece alle interpretazioni ammetto che inizialmente mi aspettavo ben di peggio.
Il buon vecchio Arnie riprende quasi in automatico il suo vecchio ruolo è sembra risplendere come una volta: il suo “Guardiano” funziona eggregiamente ma, in questo caso, bisogna comunque ammettere che l'effetto sentimentale o nostalgico è fondamentale in quanto tale figura non è propriamente qualcosa di nuovo.
Infatti il T-800 di TG è in pratica la continuazione del lavoro svolto per la prima volta in T2, ovvero il tentativo di umanizzazione di una macchina costruita per uccidere gli uomini, e non invece per salvarli, ma che il successo del personaggio, e del suo interprete, ha portato alla necessità, soprattutto commerciale, di trasformarlo invece in un personaggio positivo.
Una specie di riuscita evoluzione del "Zio Bob" di cameroniana memoria, in pratica, ma a questo punto mi chiedo se sia ancora il caso di continuare a chiamarlo Terminator...
Abbastanza riuscita anche la trasformazione di Emilia Clarke in Sarah Connor, anche se relativamente molto diversa da quella conosciuta in T e più simile a quella di T2, ma che presenta, nonostante sia stato allevata da un Terminator per ben 11 anni, insicurezze e fragilità che, nonostante la rendano molto umana, un po' stonano con certe situazioni o con altri aspetti del personaggio e non sempre queste caratteristiche riescono a combinarsi con efficacia.
Cosa che invece non si può dire per il Kyle Reese di Jai Courtney.
O meglio, io personalmente sono rimasto piacevolmente sorpreso dal suo personaggio, forse perchè consideravo la scelta di Courtney come Kyle un errore madornale e ne avevo aspettative bassissime e invece, secondo me, stranamente funziona (perlomeno in questa pellicola) ed arrivo addirittura a trovarlo potenzialmente interessante, come personaggio.
Peccato solo che "questo" personaggio non sia assolutamente Kyle Reese!!
Il "vero" Kyle Reese del primo Terminator era un soldato lacerato da anni di guerra con le macchine, tormentato e stanco, segnato non solo fisicamente ma anche/soprattutto psicologicamente.
Il Reese di Courtney invece è ipertrofico e adrenalinico, il classico eroe senza macchia e senza paura, pronto a prendere in mano qualsiasi situazione con risolutezza e capacità.
La mia impressione (personalissima) è che una volta scritturato si siano accorti che Jay Cortney in quel ruolo, così com'era originariamente, non avrebbe mai e poi mai funzionato e sono quindi corsi ai ripari decidendo di riscriverlo e modificarlo per riadattarlo quindi all'attore che lo avrebbe poi interpretato. Ma in questo modo l'identificazione con il personaggio che interpreta risulta oltremodo complicato per lo spettatore.
Riguardo a Jason Clarke l'ho trovato più presente e affascinante come T-3000 che semplicemente come John Connor, umano e capo della Resistenza, in realtà piuttosto anonimo in queste vesti mentre invece ho trovato più interessante, seppur non abbastanza evidenziato nel film, il confronto con una macchina che presenta tuttavia un qualche scorcio di umanità, seppur ereditata dalla sua precedente esistenza, che non l'ennesimo automa privo di emozioni, per quanto potente o imbattibile (sempre sulla carta, ovviamente).
Ritengo infatti un errore che non si sia cercato di rendere maggiormente rilevante la componente epica ed emozionale di un essere umano, John, trasformato in una macchina e di come tale evento abbia alterato le proprie percezioni e concezioni da portarlo a parteggiare per Skynet, per non parlare dell'impatto emotivo e drammatico che una tale situazione avrebbe dovuto avere su Sarah e Kyle, aspetto su cui il film invece svincola colpevolmente e anche piuttosto in fretta.
E senza più guardarsi indietro.
Abbastanza irrilevanti invece i personaggi di Matt Smith e, soprattutto, di J.K. Simmons (si, c'era anche lui!) quest'ultimo anche imbarazzante nella sua esagerata “emotività” (chiamiamola così!).
TG è comunque un film adrenalinico, ricca di citazioni e di molto umorismo e di azione ma non può certo definirsi un film particolarmente ambizioso, se non appunto nel suo tentativo di rilancio di un franchise ormai in declino, ma invece punta tutto quasi esclusivamente sul puro intrattenimento, più simile ad un action comedy che non a un dramma fantascientifico, anche di stampo molto (troppo?) fumettistico il più delle volte, ed è un film che raramente si prende davvero sul serio ed è anche per questo che, volendo, gli si può perdonare qualche scivolone e/o qualche scarsa “finezza” nel copione che potrebbe far storcere il naso a molti.
La regia di Taylor in questo poi non aiuta molto. Piuttosto scialba e piatta, senza mai un guizzo particolare o un'idea visita ispirata con il risultato che il tutto appaia un pò troppo anonimo.
Ad aggravare ulteriormente le cose, il reparto SFX si mostra piuttosto carente in molte/troppe situazioni, contribuendo all'impressione di una pellicola posticcia, incompleta o comunque inferiore non solo all'originale ma anche di molti di suoi sequel dal quale intende prendere le distanze.
Con il risultato che, purtroppo per loro, è stato poi il pubblico ad aver deciso di prendere le distanze da questo film (e anche per delle ottime ragioni) e decretandone quindi il fallimento di tutte le intenzioni e di un qualsiasi sviluppo futuro del franchise che ha finito invece per tornare nelle braccia di papà Cameron.
Vedremo poi a breve con quali risultati.
VOTO: 5,5
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