Regia di Alan Taylor vedi scheda film
Dunque (ri)partiamo dall'inizio. "Reset The future".
Genisys , all'interno dell'arco narrativo tracciato dalla serie si colloca ne come un prequel, ne come reboot, bensì come un "retcon", ossia un film di continuità retroattiva. Riviviamo in poche parole gli eventi dei primi film con la consapevolezza che essi sono cambiati....grazie alla conoscenza del futuro già vissuto!! Un bel casino lo so , un guazzabuglio temporale che sa un po' di frullatone dell'Ipercoop.
Frammenti degli altri episodi della saga ( specie per "Judgement Day", il più bello secondo me ed il più saccheggiato) , esplosioni , corpo a corpo robusti tra i vari Terminator giunti dal futuro e dal passato ( mamma che mal di testa) , vi frullerà parecchio il cervelletto per ricomporre i pezzi e cercare di capirci qualcosa, e l'orgoglio cinefilo da profondi conoscitori del mondo Terminator quali siete cercherà di acquietare la vostra coscienza che si ostinerà a ricordarvi che DOVETE far quadrare tutto nonostante i loop temporali. Ma la storia è sempre quella, come in tutti i Terminator: qualcuno arriva dal futuro per difendere qualcun'altro dal passato(questa volta la protetta è una giovane Sarah Connor). Magari un po' più complessa ed aggiornata alle fobie moderne (Skynet come software di controllo su dispositivi elettronici) e senza quel romanticismo e senso di disperazione che caratterizzava i primi due Terminator, quell'aurea magica che solo i capolavori hanno.
Ovvio che ogni paragone è impensabile. Dopo solo 15 minuti di visione il senso di deja vu assale alla gola come un cappio e la voglia di buttare nel lettore "Judgement Day" si fa prepotentemente strada.
Dov'è Linda Hamilton? "Dove sei Linda?"
Rabbiosa furiosa. Iraconda.
"Dove sei? "
Quando lo schermo si spalanca alla versione giovanile dell'eroina ed anziché un concentrato di dolore e rabbia schiumante spunta fuori il visino pulito di Emilia Clarke , il senso di nausea quasi mi ha fatto eiettare i succhi gastrici fuori dallo stomaco. Ripresomi, pensavo di aver superato il peggio ed invece mi sono fatto il sangue amaro sopportando il manzo (definizione rubata ad altro utente) Jai Courtney nei panni gloriosi che furono di Kyle Reese; ero giustamente pronto a farmi saltare in aria con Skynet ( o Genisys qualcuno poi mi spieghi la differenza) .
Jason Clarke è un John Connor sfregiato e credibile. Perché vi immalinconirete terribilmente mirando il vecchio Schwarzenegger e ricordando il tempo che fu : è in forma come non gli capitava da tempo e riporta inevitabilmente alla mente tutto un immaginario. C'è pure Lee Byung ,che forse lì in mezzo è il più bravo a recitare ma non dice neanche una parola, nei panni del T-1000 che furono di Jason Patrick.
Il film si colloca come punto di riferimento? No.
Il film intrattiene? Malamente, eccetto la scena sul Golden Gate, se ci leviamo un po' la puzza sotto il naso.
Ripeto , ogni paragone con Cameron non regge neanche da lontano, ma visto e considerato quello che ci siamo sorbiti ultimamente dopo che Hollywood ha messo mano a saghe storiche (Die Hard tanto per citarne una) , qui l'ironia limita i danni.
I fan più esigenti rimarranno delusi, chi si accontenta gode molto poco
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