Regia di Alan Taylor vedi scheda film
James Cameron, con Terminator e T2 ha realizzato un dittico memorabile; la qualità ed il grande successo ottenuto da queste due opere hanno spinto più e più volte i produttori e gli studios a tentare di mettere in cantiere un terzo capitolo o, addirittura, di riavviare la saga per aprire le porte ad un vero e proprio franchise; questa opzione è stata messa in cantiere soprattutto in questi ultimi anni. Comunque, dopo l'abbandono da parte di Cameron (che ha sempre considerato il proprio progetto come un semplice dittico), la casa di produzione si è affidata a più semplici artigiani per girare i capitoli successivi: nel 2003 Jonathan Mostow, con T3: Rise Of The Machines, mette in opera un film che, a tratti, pare quasi la parodia di T2; nel 2009 il (mediocre) regista McG porta in sala Terminator Salvation, ipotetico primo capitolo di una nuova trilogia, che parte dalla guerra delle macchine (ciò che Cameron aveva appena accennato), senza Schwarzenegger e puntando tutta l'attenzione su John Connor. Ma la nuova saga nasce e muore con il medesimo film, che non piace al pubblico e ai fan, i quali non lo considerano un vero episodio della saga, così come non ottiene successo la serie tv "The Sarah Connor Chronicles", trasmessa mi pare per una sola stagione. Insomma, il franchise di Terminator si è dimostrato un percorso ad ostacoli, sia per il peso dei primi due capitoli, sia per le scelte non ottimali per i film successivi. Ma gli studios non si danno ancora per vinti e la produttrice Megan Ellison, con la sua Annapurna Pictures, mette in cantiere un nuovo capitolo e, anche in questo caso, si fanno piani in grande stile e a lungo termine progettando l'ennesimo, nuovo riavvio della saga su più capitoli. Penso che gli sceneggiatori, nell'imbastire il plot di questo Genisys, abbiano studiato la lezione (vincente) di J.J. Abrams con Star Trek: ovvero rinnovare i topoi classici della saga nel segno della continuità. In altre parole, con Genisys si teorizza che altri viaggi nel tempo siano stati effettuati dal 2029 a ritroso, alterando la linea temporale e gli eventi così come erano stati descritti nei film originali; questo mezzo narrativo ha permesso agli sceneggiatori e al regista Alan Taylor di riproporre personaggi e situazioni presenti in T1 e T2 (facendo respirare ai fan della saga "aria di famiglia"), ma, grazie alla scusante della linea temporale alternativa, Taylor e soci hanno avuto campo totalmente sgombro per imbastire un plot completamente nuovo. Credo che in questo caso, con Genisys si possa parlare di vero e proprio caso di "reboot" della saga. Il film viene narrato dal punto di vista di Kyle Reese il quale, proprio come gli spettatori, una volta tornato indietro nel tempo fino al 1984 si ritrova completamente disorientato di fronte ad una realtà ben diversa da quella prospettata: come il film mette ben in evidenza, Reese si aspetta di dover salvare una povera ragazza spaventata ed indifesa, che svolge il lavoro di cameriera (ma lui, cresciuto durante la guerra, non sa che cosa sia una cameriera); invece, il nostro eroe non fa in tempo a riprendersi dal salto temporale che si ritrova subito braccato da un T1000 (il famoso Terminator di metallo liquido, qui asiatico) e salvato da una Sarah Connor guerriera che guida a tavoletta un furgone blindato, spara a tutto spiano e parla come uno scaricatore di porto; e che, soprattutto ha come tutore l'iconico T800 (Arnold Schwarzenegger). E' curioso vedere l'altrettanto iconica scena dell'arrivo del primo T800 all'osservatorio di Los Angeles trasformata in un corpo a corpo proprio tra il T800 di T1 ed il T800 invecchiato di Genisys (che ha la meglio , anche grazie al salvifico intervento di Sarah). Genisys, soprattutto nella sua prima parte ambientata nel 1984, gioca con gli spettatori più attenti e con i fan attraverso una caccia al dettaglio che omaggia e rimanda proprio al film-prototipo; elencare i rimandi all'originale (si è puntato, con questo "gioco della memoria", soprattutto a T1) sarebbe quasi impossibile e diventerebbe tedioso, basti dire che la ricostruzione degli ambienti è stata veramente certosina; giusto un paio di esempi: la fuga di Reese all'interno del centro commerciale (dove Reese si veste con gli stessi abiti nascondendosi proprio come in T1); l'autista del camion della spazzatura (stesso attore dell'originale); addirittura l'auto della polizia guidata dal T1000 asiatico - se si confronta il numero della pattuglia - è la stessa guidata da Schwarzenegger in T1. Genisys è comunque un film che viaggia a rotta di collo, mantenendo un ritmo sempre costante ed elevato ed infatti Reese e la Connor, una volta al sicuro, non esitano - attraverso un'altra macchina del tempo - a saltare dal 1984 al 2017 (nuova data per il Giorno del Giudizio); da qui in poi il film segue una strada tutta propria rispetto alla parte ambientata nell'84, dando ancora più spazio al versante action. Bisogna dire che gli sceneggiatori si sono divertiti a stravolgere l'idea originale del film attraverso un twist di trama "pesante": trasformare il personaggio di John Connor - "buono" per eccellenza e simbolo della resistenza alle macchine - nel "cattivo" principale. Connor, difatti, viene "infettato" da Skynet e si trasforma in una sorta di macchina a nano-particelle, inviata anch'essa nel 2017 per garantire alla Cyberdine la tecnologia per sviluppare il software di Skynet stesso. Ho trovato azzeccata l'dea di mostrare Skynet in fase di sviluppo come una sorta di entità vivente con le fattezze di un bambino virtuale che, man mano che si avvicina il momento dela sua messa in opera, cresce e si sviluppa fino a raggiungere le fattezze adulte di Matt Smith (l'undicesimo Doctor Who). Quello di Smith, in realtà è una specie di cammeo, molto importante però ai fini della trama, essendo "l'allegoria" di Skynet con fattezze umane.
"Vecchio, non obsoleto".
Da un punto di vista tecnico e visivo, Genisys è una gioia per gli occhi; gli effetti speciali sono molto avanzati; la versione giovane del T800, ricreata in CGI, è verosimile e la sua interazione con l'ambiente circostante è stata realizzata altrettanto bene. Un gran lavoro è stato svolto con l'animazione del volto del giovane Schwarzenegger, che pare veramente "vivo" sullo schermo: rispetto ai pochi secondi in CGI visti in "Salvation", qui i risultati hanno fatto passi da gigante. Essendo un film dove si spara tantissimo e dove ci si insegue, le scene d'azione rappresentano la spina dorsale del film ed il regista Alan Taylor dimostra la propria preparazione dirigendole con un buon senso del ritmo, dello spazio e della spettacolarità. Da questo punto di vista, personalmente, mi è piaciuta la scena del cappottamento dello scuolabus sul Golden Gate Bridge, mentre ho trovato migliorabile, sempre come realizzazione al computer, l'inseguimento tra elicotteri, che a tratti mi è sembrato eccessivo ed "innaturale". Anche Taylor è un regista "artigiano" al suo secondo vero blockbuster per il cinema (il primo è stato Thor - The Dark World), ma anche grazie ad uno script migliore rispetto ai precedenti film della saga, svolge il proprio compito con professionalità e senso dello spettacolo. Bisogna dire che Taylor ha fatto esperienza con anni ed anni di lavoro presso tante serie tv di successo (Lost, I Soprano, Mad Men, per citarne alcune) di cui ha girato numerosi episodi; in particolare, ha guadagnato visibilità con la sua partecipazione continuativa alla serie "Il Trono Di Spade". Di questo regista ho scoperto, riguardando la sua filmografia, di aver già visto anni fa un altro suo film di inizio carriera: la commedia in salsa criminale "Palookaville" con protagonista il bravo William Forsythe.
Genisys è un film dove i personaggi, pur sparando e combattendo, tendono a lamentarsi e quasi a disperarsi per la condizione delle proprie vite: Sarah Connor sente di vivere una non-vita, dove non può scegliere il proprio destino, poichè il destino stesso pare essere già stato scritto per lei; Kyle Reese è un soldato "spaesato", perchè si trova a dover combattere una guerra ben diversa da quella prospettata, avendo a che fare con una Sarah Connor che gli grida ordini ed un T800 (di cui mai si fiderà nel corso del film) che pare essere, a tratti, un padre geloso. Tra il massiccio organismo cibernetico e Sarah (cresciuta fin da bambina come una guerriera) pare quasi essersi instaurato una specie di rapporto padre/figlia, con il T800 che, proprio come un papà protettivo, è sempre presente a difenderla a tutti i costi. Volendo cercare del sotto-testo, il rapporto tra il vecchio T800 pieno di guasti e Sarah potrebbe rappresentare "la ruota della vita", con i genitori che invecchiando, vedono crescere e farsi uomini i propri figli a cui hanno dedicato la vita stessa. "Vecchio, non obsoleto" dice a più riprese di sè il T800 e questa frase potrebbe accompagnarsi anche al grande Arnold Schwarzenegger, ormai anch'egli con molte più "primavere" sulle spalle, ma sempre dotato di una presenza scenica invidiabile ed ironica (il suo T800 che prova a sembrare più umano a forza di sorrisetti). Forse il ruolo più a rischio era quello di John Connor, che nel film si trasforma da buono in cattivo, ma Jason Clarke - attore molto richiesto in questi anni - si dimostra in gamba nel vestire prima i panni del leader carismatico che guida con grinta i suoi uomini in battaglia e, poi, in quelli del subdolo ibrido uomo/macchina, autentico "deus ex machina" per la soppravvivenza di Skynet. Gustosa la partecipazione al film anche di J.K. Simmons nel ruolo dell'ansioso detective O'Brien, sbeffeggiato e maltrattato dai colleghi più giovani, ma unico ad aver capito la verità dei fatti, avendo incontrato i protagonisti sia nel 1984 (è il giovane agente soppravissuto nel centro commerciale) che nel 2017 e dando loro anche una mano. Ma nel cast ho ritrovato anche altri attori che hanno avuto una certa visibilità sia sul piccolo che sul grande schermo, in particolare Courtney B. Vance nei panni Myles Dyson, vivo e ormai presidente della Cyberdine e l'attrice Sandrine Holt, detective "nemica" dei protagonisti, a sua volta terminata e "copiata" nelle sembianze da John Connor.
Happy Terminator.
Mi è piaciuto anche il modo con cui Skynet (Genisys nella sua forma embrionale) cerca di insinuarsi all'interno del sistema: sfruttando gli strumenti di comunicazione di massa di cui la gente non sembra più fare a meno, ovvero smartphone, tablet e computer di tutti i tipi. Da questo punto di vista, si potrebbe dire che Skynet è già in mezzo a noi e ha già vinto, basta guardarsi attorno: per strada, in auto, in metropolitana, sul lavoro, in ospedale, praticamente dovunque le nostre vite sono legate a questi strumenti; forse le nostre vite private lo sono ancora di più attraverso chat e social network. Siamo una società dove non ci si parla di persona, faccia a faccia, ma si hanno migliaia di "followers", di amici virtuali, magari mai conosciuti proprio di persona. Da questo punto di vista è giusto il concetto nel film di mostrare Genisys non come un programma prettamente militare, ma come un software pensato proprio per l'uso quotidiano.
Genisys, insomma, è un blockbuster godibile e divertente, privo di tempi morti che lo rallentano e che scorre via in maniera veloce; in questo periodo di riproposizione di grandi icone degli anni '80 è un buon modo per rivedere in azione un vecchio leone dell'action come Schwarzenegger ed uno dei suoi personaggi entrato con maggior forza nell'immaginario collettivo.
"I'll Be Back!"
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta