Regia di Alberto Moravia vedi scheda film
Una coppia borghese in crisi assiste dalla finestra all'omicidio di una donna. Fra i due improvvisamente rinasce la passione.
La morte nasconde un impulso vitale in chi sopravvive. Anche troppe parole per descrivere una banalità risaputa che solitamente si impara da bambini. Sorprende perciò che Alberto Moravia - il grande scrittore che non ha alcun bisogno di presentazione - riduca i propri argomenti a così poco, per questo Colpa del sole, che oltre a essere un suo racconto è anche il suo esordio in qualità di regista. La carrellata finale con sipario a chiudersi è l'unica cosa salvabile della pellicola, un cortometraggio in bianco e nero di sei minuti di durata nel quale le inquadrature non funzionano, l'azione è mal diretta, gli interpreti (Strelsa Brown e Giancarlo Sbragia, quest'ultimo pressochè esordiente) allo sbando, il montaggio involontariamente discontinuo e, insomma, si può osservare tutta l'imperizia di chi sta dietro alla macchina da presa. Un esempio evidente: immediatamente prima della conclusione, Sbragia che si alza e, invece di andare a tirare le tende davanti a sè impallando in tal modo la Brown, aggira il divano da dietro con uno spostamento del tutto insensato (era sufficiente cambiare punto di vista per evitare tale bruttura). Dalla visione di questi pochi minuti si evincono oltre ogni possibile dubbio le ragioni per cui Moravia non si è mai più speso in qualità di regista. 3/10.
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