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The Divergent Series: Insurgent

Regia di Robert Schwentke vedi scheda film

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La recensione su The Divergent Series: Insurgent

di will kane
3 stelle

Come da copione, un anno dopo il primo capitolo, "Divergent", giunge sugli schermi il segmento di mezzo della trilogia a firma Veronica Roth, in cui si immagina una società futura in cui gli esseri umani vengano nettamente suddivisi per indole e attitudine, e la protagonista è una Divergente, quindi ha in sè più caratteristiche, che mandano in confusione il Sistema, e quindi è perseguita per essere eliminata dalla malvagia Jeanine, leader della fazione più forte. Maggiormente d'azione, rispetto al capitolo iniziale, "Insurgent" prosegue, nella tradizione inaugurata qualche anno fa da "Twilight", nel dipanarsi di una storia puntata smaccatamente ad attrarre l'attenzione e gli entusiasmi delle platee con meno anni addosso: niente di male, in questo, ma, al di là del fatto che spesso, vedi "Hunger Games",  vengono suggeriti modelli di giovani che devono per forza ricorrere alla violenza per difendersi da un mondo che li accerchia, è che questi racconti vengono stiracchiati allo spasimo, e si potrebbe condensare quel che narrano in un paio di episodi al massimo, invece di procedere per rimandi, sospensioni, e pause che frenano ogni accelerazione del corso dei fatti, ed in questo anche la serie di "Harry Potter", non è che abbia fatto i complimenti. Ad una prima parte che, a parte qualche faciloneria, tutto sommato scorre abbastanza bene, senza strafare, ne segue una seconda che forse potrà avvincere gli spettatori che arrivano ai dodici anni di età, ma quelli più smaliziati, o più grandi, sospireranno per la gran quantità di colpi di scena telefonatissimi, di soluzioni narrative a dir poco tirate via, o grossolane ( valga per tutte il dispositivo sparato addosso a diverse persone che li tramuta in automi senza volontà, che causerebbe la morte di chi lo ospita se si prova ad estrarlo, mentre poi, senza spiegazione alcuna, viene tolto a tutti...), e l'ovvietà sostanziale della trama, che comunque si premura di creare un falso finale, e lasciare spalancata la porta al terzo episodio. Nel cast, la Woodley è un'attrice anche interessante, ma la sua Tris è un'eroina insulsa, Theo James ha una fissità di sguardo che ricorda Christopher Lambert, e le migliori in scena, benchè presenti per puro cachet, sono Kate Winslet e Naomi Watts. Ma si vede che ci credono il giusto.

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