Regia di Dario Argento vedi scheda film
La ballerina americana Susy arriva in Germania per far parte di una prestigiosa accademia di danza. La convivenza con le compagne e con i docenti si rivelerà ricca di sgradite sorprese.
Volti, dettagli, movimenti di macchina: Argento sa come creare la tensione ed inquietare. I suoi strumenti sono le musiche martellanti dei Goblin, una fotografia sbilanciata (ottenuta con complessi accorgimenti tecnici), le scenografie d’interni ricercate che sembrano uscite da una tela di Escher e tanti, misteriosi freaks che popolano l’accademia.
Il film sarà citato da numerose pellicole, ma a sua volta è decisamente influenzato dai kolossal dell’epoca (come acconciature simili a quelle della principessa Leyla di “Guerre stellari” o un letto assimilabile a quello de “L’esorcista”). Inusualmente Argento utilizza un cast famoso e d’eccezione: dal giovanissimo Miguel Bosè (che danza in calzamaglia), a Renato Scarpa, il diabolico dottore dell’Accademia, da Flavio Bucci, emblematico pianista cieco protagonista di una delle sene più belle del film, alle leggendarie Alida Valli e Joan Bennett nel ruolo delle istitutrici dell’accademia.
Andamento narrativo ondivago, ma finale notevole.
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