Regia di Dario Argento vedi scheda film
Il rosso. Ovunque e comunque. Ad ogni inquadratura troviamo un qualsiasi elemento del colore acceso del sangue, come un gioco all’attenzione a cui Dario Argento ci invita. La colonna sonora, che in ogni suo film è già un’opera d’arte a se stante, incute timore già dalle prime note e se Profondo rosso è il film horror per antonomasia, Suspiria è l’horror per eccellenza, con le esaltanti scene improvvise e inaspettate e gli sguardi oscuri e maligni che circondano la timida protagonista. La pecca di questa pellicola risulta infatti essere l’irrilevante cast capitanato da Jessica Harper che non brilla in bravura ma almeno le sue espressioni sono degne di nota, non quanto l’incomprensibile presenza di Miguel Bosè, di certo più muto di quanto non riesca ad essere oggi. Resta la supremazia di Argento, che crea un soggetto solido da cui si svolgerà una delle trilogie più famose del genere horror e, dei tre film, di certo il migliore, apprezzatissimo all’estero più di quanto lo abbiamo apprezzato noi italiani, ennesima conferma che, di cinema, ne capiamo ben poco. Sta di fatto che, l’affannoso respiro di Mater Suspiriorum, resta nelle orecchie per diverso tempo e sussulta nello stomaco come rare volte capita in un film di genere simile. Dopo Profondo rosso, Dario Argento colpisce ancora.
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