Regia di Dario Argento vedi scheda film
Fatta eccezione per il primo omicidio (che è eccessivamente truculento e può piacere solo ai sadici), il film è certamente una delle migliori prove di Argento. Quello che mi è piaciuto di più è l'ambientazione e le atmosfere (a cui contribuiscono non poco le musiche). Ho apprezzato anche l'atmosfera rarefatta e silenziosa dei momenti tranquilli, come quello del colloquio con l'esperto di storia della stregoneria. Indovinata anche l'architettura e l'arredamento del collegio i quali, per quanto colorati e pieni di ornamenti, hanno qualcosa di sinistro e di sgradevole. E qui bisognerebbe riflettere sull'interiorità delle persone che nella realtà vogliono arredare il proprio appartamento in questo stile.
Direttrice e insegnanti del collegio sono ambigue e misteriose al punto giusto; buona a questo proposito la prova di Alida Valli nei panni della maestra di ballo acida e crudele. Proprio inquietante è, invece, l'inserviente rumeno.
Mi è piaciuta, inoltre, l'idea del male che tutti credevano cessato con la morte della strega ma era poi continuato ad essere praticato dalle sue accolite in modo nascosto. E l'immagine della stregoneria come qualcosa di orripilante è una lezione a coloro che, ai giorni nostri, tentano di far passare l'idea che sia un'innocua pratica ingiustamente bistrattata e vittima di pregiudizi.
Il doppiaggio italiano commette un piccolo errore: la scuola di danza non si chiama Tan Academy o qualcosa del genere; la sua insegna recita “Tanz Akademie” che significa semplicemente accademia di ballo.
Io comunque sono convinto di una cosa: Dario Argento, forse da piccolo, deve aver assistito ad un fatto di sangue che lo ha traumatizzato per tutta la vita.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta