Regia di Gunnar Vikene vedi scheda film
Che i norvegesi abbiano la capacità di far ridere, pare sia un'utopia, dopo aver visto questa commediola nera con pretesa di umorismo. Le idee ce le hanno e pure originali, perché immaginarsi un mobiliere di una cittadina norvegese che vede la sua vita economica, e quindi privata, andare in malora a causa dell'apertura di un mobilificio IKEA dirimpetto al suo e attrezzarsi, quindi, per rapire lo svedese Ingvar Kamprad, il proprietario del colosso giallo blu, a mo' di vendetta, è un bell'incipit e una bella traccia. Purtroppo il film, già breve di suo, (per fortuna), si sfilaccia quasi subito: dopo le fanfare iniziali, promettenti, quest'omino grigio e insignificante, dopo aver sfiorato la sua vita privata in pezzi, se ne va in Svezia, dove, così, a caso, su una strada piena di neve, incontra Kamprad, lo sequestra senza colpo ferire e insieme a una ragazzina disagiata, viene a creare uno strano rapporto a tre, laconico, garbato, che si capisce già come andrà a finire. Si sbadiglia e non si sorride praticamente mai, e si guarda l'orologio, nella speranza che quest'agiografica avventura (del tutto) scandinava giunga a una conclusione sensata. Commedia nera tanto per dire, per un filmetto innocuo che si fa dimenticare già dopo cena. Non perdete nemmeno tempo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta