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Susanna

Regia di Howard Hawks vedi scheda film

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La recensione su Susanna

di ilcausticocinefilo
10 stelle

 

 

 

Ecco probabilmente la miglior screwball comedy della storia del cinema (e la “screwiest screwball of them all”, la più stramba commedia screwball di tutte), capace di riassumere al meglio i ca­ratteri del genere e di portarli a nuova maturazione (grazie soprattutto ad un’intelligente e frenetica sceneggiatura), nonché di giungere a vertici di comicità buffonesca e “catastrofica” tuttora insupe­rati.

 

Susanna (o Bringing Up Baby, cioè “crescere Baby” o “parlare di Baby”, che sarebbe poi il “simpatico leopardo brasiliano”) è un’irresistibile e spassosissima commedia che non concede un attimo di tregua, non conosce tempi morti e si merita senza alcun dubbio un posto d’onore nell’olimpo delle avventure cinemato­grafiche più trascinanti ed esilaranti di sempre.

 

 

Cary Grant, Katharine Hepburn

Susanna (1938): Cary Grant, Katharine Hepburn

 

 

Sorretta da un meccanismo comico ad orologeria, inarrestabile e inesorabile, con una capacità di seguire al secondo le tempistiche della comicità che fanno scattare fragorosa la risata superiore a quello di tante opere successive. Un congegno buffo, dunque, che a ben 86 anni di distanza non mostra alcun segno di cedimento. Un meccanismo perfettamente oliato e sostenuto – oltreché ovviamente, di nuovo, dalla sceneggiatura – dalle grandi prove degli attori e dalla regia di Hawks.

 

Da notare, infatti, come il film riesca a mantenere intatto il suo ritmo sincopato e irrefrenabile nonostante sia girato per la gran parte in lunghi e sinuosi piani medi senza cambiare frequentemente inquadratura (come si usa spesso oggi). A questo proposito, il re­gista ebbe modo di dichiarare che “si riesce ad ottenere più ritmo facendo muovere velocemente all’interno della stessa inquadratura gli attori piuttosto che cambiando in­quadratura di continuo”.

E non per niente tanto Grant quanto soprattutto la Hepburn non stanno quasi mai fermi, corrono sempre di qua e di là alle prese con le più assurde vicissitudini, e il film non perde mai un colpo. Vedere per credere. Una lezione pure per quei registi (e montatori) odierni che, specialmente in certi blockbuster, non riescono a creare vero ritmo nonostante la propensione per il montaggio frenetico.

 

 

Katharine Hepburn

Susanna (1938): Katharine Hepburn

 

 

Susanna è un film da “sperimentare” perché – una volta entrati nel flusso della narrazione – non si smette più di ridere. Ci troviamo in presenza di un’opera che rimane “un modello di ritmo, intelligenza, lucidità nell’assurdo, mancanza di tempi morti, ferrea concatenazione di cause-effetti comici” (Mo­randini).

 

Nella descrizione delle umiliazioni che l’uomo è costretto a subire “a causa” della donna, caduto nella rete della quale “il maschio smarrisce libertà e ragione” (Di Giammatteo), vi è forse una punta di pungente misoginia, ma non più di tanto, e se alcuni comportamenti del personaggio della Hepburn al giorno d’oggi possono apparire stereotipati (non può lasciar andare il suo “principe azzurro” del qua­le si è innamorata perdutamente dopo un singolo sguardo), non bisogna mai dimenticare di contestua­lizzare, ovvero di tenere in considerazione l’epoca nella quale il film è stato realizzato, così facendo, ci si rende­rà certo conto della sua modernità e della sua straordinaria tenuta alla prova del tempo, coi suoi sottotesti anticonformisti – ad esempio, non ci si adagia nella consueta quiete domestica, moglie casalinga, marito, pargoli e casetta – e battute per l’epoca ardite: scena iniziale, dialogo (citato pure nell'articolo Criterion linkato sopra) circa un osso del dinosauro: “Alice, I think this one must belong in the tail” (“Alice, credo che questo appartenga alla coda”), “Nonsense. You tried it in the tail yesterday and it didn’t fit” (“Sciocchezze. Ci hai provato ieri a metterlo nella coda e non ci entrava”). Il doppio senso è servito (diventa ancora più chiaro in italiano magari sostituendo coda con “dietro”). Da notare poi che l’Alice che risponde di cognome fa… Swallow (cioè, eh-ehm, “ingoiare”).

 

 

Cary Grant, Katharine Hepburn

Susanna (1938): Cary Grant, Katharine Hepburn

 

 

In sostanza, se visto nella giusta ottica, come risulterà ormai evidente, Bringing Up Baby offre un fuoco di fila pressoché ininterrotto di dialoghi e situazioni comi­che fulminanti che non potranno che causare altro che grandi, grasse e salutari risate.

Seppur accolto abbastanza positivamente dalla critica del tempo (al netto di alcuni giudizi sin troppo severi), Susanna non si rivela un grande successo di pubblico e solo con le riedizioni riesce infine a recuperare il bud­get. Fortunatamente – per noi e per il cinema – col passare degli anni viene progressivamente rivalutato e riscoperto, ed è oggi (giustamente) riconosciuto quale uno dei capolavori imprescindibili del cinema, scelto per essere conservato nel Na­tional Film Registry della Biblioteca del Congresso statunitense. Da non perdere anche nella sua versione origi­nale con sottotitoli.

 

 

Cary Grant, Katharine Hepburn

Susanna (1938): Cary Grant, Katharine Hepburn

 

 

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