Regia di Zack Snyder vedi scheda film
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Ebbene, prima o poi lo vidi. Cioè, nelle scorse ore. Dissentendo totalmente da Paolo Mereghetti che, nel suo editoriale sul Corriere della Sera, tre anni fa perfino lo apprezzò, definendolo un “giocattolo” che funziona, ingiuriando invece C’era una volta a... Hollywood, da lui reputato l’opera di un bambino, ovvero Tarantino, troppo amante dei suoi giocattoli, io asserisco in pompa magna, con tanto di mantello rosso e mia mente corazzata più dell’armatura di Bruce Wayne/Batman, che tale film è un obbrobrio che, con la scusante delle pretese filosofiche, è in verità un monumento new age che lecca il culo alla bellezza fintamente virginale di Henry Cavill. Uno capace d’ipnotizzare, con la sua arcata sopraccigliare e gli occhi scuri da tenebroso, sia una delle più grandi fighe del mondo, cioè Amy Adams, che un’altra donna indubbiamente avvenente e seducente ma al contempo maliziosa come una monella meretrice, ovvero Gal Gadot/Wonder Woman.
Ora, non sindachiamo di cavilli, Henry Cavill è un po’ stempiato ma è un bell’uomo nonostante abbia, rispetto all’anno di uscita del film preso in questione, meno capelli ma probabilmente più soldi del figlio di Thomas Wayne.
Questa recensione, inoltre, è piuttosto seria sebbene possa essere, apparentemente, scambiata per una trollata da Lex Luthor/Jesse Eisenberg. Il quale, in barba a ogni lezione di recitazione appresa da Woody Allen, qui gigioneggia a briglia sciolta ma non possiede la classe istrionica del grande Gene Hackman.
Ben Affleck, nei primi minuti del film, sicuramente manda in brodo di giuggiole tutte le donne, pure le sue detrattrici poiché, in giacca e cravatta da signore distinto ottimamente mantenuto, fa la sua porca figura, come si suol dire. Dunque, verso la metà del film, si spoglia a torso nudo, mostrando pettorali invidiabili da spot platinato di Paco Rabanne. Spinge anche di tartaruga micidiale nonostante qualche ruga dissimulata in un’espressione torva da uomo che aggrotta la fronte per ammiccare al gentil sesso, fingendo che non sia ammaccato più della sua Batmobile.
Lex Luthor viene smascherato, dunque moralmente denudato e arrestato. A cranio rasato, nel finale delira con fare allucinato e rimane totalmente inchiappettato. Forse, in un sequel da qualcuno ipotizzato, sarà da qualche negro alla Luke Cage, fra le sbarre, ancora di più sodomizzato.
Un vero mascalzone che ha meritato di essere punito da ogni cazzone in modo estremamente cazzuto. Insomma, un (in)castrato, uno spacciato fottuto.
Dunque, fra una Gadot scosciata, una Diane Lane orribilmente truccata e mal invecchiata, un Kevin Costner sovrappeso e imbolsito, un Fishburne mal utilizzato e un Cavill morto ammazzato (sì, questo è un super spoiler, vale a dire il nemico atroce di ogni purezza cinefila migliore di Kal-El), l’unica cosa che avremmo voluto vedere, per rendere meno tenebrosi i nostri pipistrelli, sarebbero state le cosce rosee della lentigginosa, stratosferica rossa Amy Adams.
Una che, a prescindere dalle regalate nomination agli Academy Awards da lei intascate, è sposata con una bella statuina ma non è stata ancora oscarizzata. Malgrado ogni uomo voglia sposarla. E, se ciò non è possibile poiché il marito potrebbe sbattervi al fresco come Luthor, perlomeno un uomo normale, anche non super dotato come Superman, vorrebbe sinceramente scoparla.
Sì, Amy Adams rende ogni uomo un Doomsday. Trasforma ogni essere creaturale dallo sguardo languidamente candido in un bestione alla King Kong.
Ecco, non voglio qui parlarvi della trama di tale film che merita solamente una disamina irriverente, screanzata e cattivamente smodata.
In molti, addirittura l’hanno acclamato e in gloria elevato. Per forza, sono più esaltati, ritardati e psicopatici di Luthor. Onestamente, è un’enorme stronzata. Un film dal passo lentissimo, pesantissimo, retorico a dismisura.
Un film che vorrebbe essere titanico ma, già dopo la prima mezz’ora, fa sì che ogni spettatore intelligente, incazzandosi a morte di fronte a una marea di cazzate così peraltro pasticciate e sciattamente mescolate, necessiti subito di un’antitetanica. Sì, Zack Snyder andrebbe sedato nel deretano, andrebbe contenuto e sottoposto immediatamente a psicofarmaci devastanti. Non si arrabbiasse e non latrasse come un cane strangolato. Costui va moderato e contenuto. Mi pare che si stia sputtanando troppo. Questo qui s’è giocato il cervello in modo assoluto. È un regista dissoluto e da me non sarà giammai assolto né scagionato dall’averci propinato questo film decisamente indecoroso. Uso un eufemismo, altrimenti diverrei davvero iracondo, inverecondo! Un film che induce alla sciolta, a dispetto delle caviglie meravigliosamente vellutate della strepitosa Adams, una che fa invece immantinente venire voglia. Sì, Amy ti fa diventare duro e nessuna Kryptonite potrà disintegrare la vostra libido granitica. Questa donna dal fondoschiena rassodato, dalle gambe suadentemente tonificate e tornite, questa donna per cui salveresti il mondo pur di gustare le sue labbra col rossetto pittate, arrossendotelo con lei in vasca da bagno con tanto di rose regalatele, ah, che delizia questa donna dal sapore liquirizia.
Cosicché, d’effluvio e fluido liquidamente romantico da innamorato soprattutto assai sessualmente accalorato, saresti davvero con lei un Dio greco come Superman. Tutto infervorato. Forse, Amy ha il tallone d’Achille o solo delle splendide caviglie, credo anche che sia un po’ scema ma sguscerete, dirimpetto al suo ambaradan, di notte, dal vostro cavallo di Troia.
Chi ama questo film, invero, dalla vita è stato fregato e oramai si dà alle favole e ai cine-fumetti. Sbattetevene dei fanatici di questa robaccia. Abbiate cura solo della Adams. E, se qualcuno potrà battervi, che vi frega? Intanto, ve la sarete sbattuta. Poi, potrete anche rimanere soli come dei cani alla maniera di Arthur Fleck/Joker, osservando malinconicamente il plenilunio mentre ve lo scrollerete, no, vi scolerete... una spremuta. Ficcandovi poi nel frigorifero.
Basta, veramente non se può più di questi film buonisti, falsamente ecumenici ed educativi alla pace fraterna fra i popoli. Il mondo è sbagliato, i ricchi diventeranno sempre più ricchi, gli oltraggiati resteranno sfregiati, i disoccupati finiranno, come sempre, col suicidarsi. La sporcizia vincerà, la corruzione impererà, spopoleranno gli educatori di questo paio di coglioni, gli psicologi vorranno ammaestrare la gente alla bontà zuccherata e impasticcata. Chi ha sbagliato, vorrà pulirsi la coscienza e mettersi l’anima in pace. Tifando ipocritamente per le infelicità stupidamente restaurate in un’agghiacciante, questa sì, spettrale contentezza politicamente corretta, bugiardamente ritrovata. Ma quali anime smacchiate! E non si potranno evitare altre tragedie mostruose e annunciate.
Questo è quanto. Dio è morto. E vuole rimanere così, nel suo Paradiso non svezzato, senza imborghesirsi, senza abbisognare di laurearsi per accontentare la medietà conformista, non vuole avere amori frivoli lontani dalla poetica di Lars von Trier, vuole essere l’idolo delle folle. E cazzeggiare notte e dì, scrivendo libri noir, torbidi, erotici, perversi, malati. Devastante. Cattivissimo, impietoso, mai vista una cosa del genere in tutta la storia dell’umanità. Ma quali redenzioni e puttanate del cazzo. Ecco, pigliati il bagnoschiuma, Amy Adams, poi vai a letto ché mamma tua fa gli gnocchi. Una recensione che più che altro è un testamento funebre. Sì, Dio non è adatto al mondo, per questo creò il mondo. Per osservare i dementi e il porcile. Punendo poi tutti in maniera eterna. Ed è pure stufo di leggere recensioni con scritto: bravi attori, bella fotografia, bona l’attrice con delle ottime gambe, il protagonista è in gamba, il regista se la cava, tutto sommato godibile.
Insomma, questo Batman v Superman è adatto ai tonti, a gente che ama i videogiochi.
Fidatevi, meglio giocare a flipper con Amy Adams.
di Stefano Falotico
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