Regia di Ami Canaan Mann vedi scheda film
VENEZIA 71. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA – ORIZZONTI
Dopo l'apprezzato e livido thriller Le paludi della morte, in concorso a Venezia 2011, torna al Lido, ma ospitata nella sezione Orizzonti, la figlia di Michael Mann, e lo fa con un'opera completamente differente, per argomento soprattutto, rispetto al suo film precedente e allo stile che in qualche modo tendiamo un po' tutti, con i necessari distinguo, ad affiancarla al celeberrimo ed inimitabile padre.
Una storia di un incontro casuale tra due cantanti folk, uno, Ryan, bello e vagabondo, giovane, abile ma ancora tutto da scoprire e da scoprirsi, l'altra, Jackie, donna bionda ed avvenente, ancora giovane ma segnata da una tristezza che le marca indelebilmente il bel volto, e con una vita di famiglia al bivio d'uscita per una triste dolorosa storia di contese per l'affidamento della figlia.
Un cantante che abbandona le certezze facili di una vita mediocre per le incognite della vita di barbone in cerca del riconoscimento di un talento che parrebbe innegabile, una donna che godette di una certa popolarità, ma che ora deve impegnarsi per vincere la competizione più importante della propria vita: riprendersi l'amata figlia.
Assieme ognuno di essi aiuterà l'altro ad avvicinarsi al proprio scopo, ferme restando le incognite ingovernabili della vita.
La regista giustifica questo suo nuovo percorso sentimental-musicale con un incontro reale che la stessa ebbe con alcuni membri di band musicali di strada, che le raccontarono aneddoti affascinanti e drammatici sulle proprie promiscue ed incerte esistenze erranti.
Il film si riduce ad una scontata commedia sentimentale a tratti pure un po' stucchevole, che, per chi come me non prova particolare attrazione per il genere musicale folk, risulta davvero poco interessante e inevitabilmente impregnata da una sensazione di deja vu che infastidisce ed annoia.
Per quanto ci riguarda, ci auguriamo che la svolta intrapresa dalla pur talentuosa giovane regista, sia solamente un episodica deviazione dettata da uno stimolo personale. Le atmosfere noir e le paludi stagnanti del precedente impegno cinematografico erano davvero un percorso più soggetto a facili e fin troppo sterili paragoni ed accostamenti con la esemplare cinematografia paterna, ma questa nuova strada lacrimevole e fin ricattatoria, forte di melodie troppo spesso sempre uguali a se stesse e intrise di melensaggini da soap, annienta ogni pur lodevole tentativo di crearsi uno stile completamente personale.
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