Regia di Yukihiro Miyamoto, Akiyuki Shinbo vedi scheda film
Il terzo e per ora ultimo capitolo della saga di Madoka Magica è il primo del tutto originale, che supera gli eventi raccontati nella serie animata di cui i due film precedenti erano un adattamento. Ritroviamo le maghette liceali protagoniste nella città di Mitakihara, dove ora non combattono più le streghe che un tempo erano destinate a diventare, bensì i nightmare. Tra loro, inspiegabilmente, c’è anche Madoka, che aveva trasceso l’esistenza mortale nel climax del secondo episodio. L’unica che ricorda correttamente il passato è Homura Akemi, la maga con il potere di manipolare il tempo, e sarà lei a indagare il mistero di come si sia arrivati a questa situazione. Se nei capitoli precedenti la vicenda era allegorica delle difficoltà sociali e della crescita delle giovani giapponesi, ora la trama - quasi impenetrabile ai non iniziati - si avvolge su se stessa all’interno di un autoreferenziale schema metafisico, che arriva a stravolgere in una certa misura anche i caratteri dei personaggi. Quel che si perde sull’involuto versante narrativo è però compensato da un’incontrollata esplosione di invenzioni visive, che si giovano di un racconto tanto astratto per spingere ancora di più il pedale dell’animazione sperimentale rispetto ai precedenti. Ne viene uno stordente shock immaginifico, di certo molto confuso, ma che non può lasciare indifferenti.
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