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Brooklyn

Regia di John Crowley vedi scheda film

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La recensione su Brooklyn

di supadany
7 stelle

TFF 33 Festa Mobile.

Correva l’anno 2007 quando John Crowley girò “Boy A”, pellicola che lo portò con pieno merito sotto i riflettori, seguita da altri titoli meno fortunati (il precedente “Closed circuit” (2013) è arrivato in Italia direttamente in dvd).

Con “Brooklyn” torna sotto i riflettori, titolo già considerato papabile per i prossimi Oscar, questo seguendo i primi rumors, in realtà appare un’operazione calibrata in ogni sua mossa a tavolino, che in fondo garantisce ciò che promette senza eccellere in maniera particolare.

Negli anni cinquanta la giovane irlandese Ellis (Saoirse Ronan) emigra a Brooklyn in cerca di fortuna.

Timida e riservata, riesce a farsi apprezzare per la sua umiltà e conosce anche il primo amore con un italo americano (Emory Cohen) che decide di sposare prima di fare un temporaneo rientro in Irlanda, reso obbligatorio dalla prematura morte della sorella.

Sua madre fa di tutto per non farla ripartire, all’oscuro della nuova vita della figlia, Ellis conosce anche un ragazzo (Domhnall Gleeson) del posto che la corteggia rendendole ancora più difficile scegliere cosa fare del suo futuro.

 

Saoirse Ronan

Brooklyn (2015): Saoirse Ronan

 

Classico titolo piuttosto ordinato che racconta una vicenda potenzialmente melò prediligendo però un profilo più leggero con una discreta eleganza formale.

Scelte importanti, eventi felici ed altri ad alto tasso drammatico si sovrappongono, lasciando spazio un po’ per tutti i principali stati umorali.

Più portato comunque per la lievità, garantita da alcuni personaggi secondari, ad esempio le coinquiline più disinibite di Ellis ed il fratellino tremendamente aperto del suo fidanzato italiano che non si fa problemi a ricordare come irlandesi ed italiani non andassero propriamente d’amore e d’accordo.

Mi sembra comunque che nel racconto manchi un po’ di equilibrio, più diluito nella prima parte ed un po’ troppo sbrigativo nel momento delle scelte finali non riuscendo in pieno a conseguire quel pathos che dovrebbe lasciarti avvolto dal puro sentimento.

Poco da dire sulla bravura di Saoirse Ronan, che comunque ha colpito decisamente di più in altre circostanze (diciamo che non è proprio libera di esprimersi), più dubbi su Emory Cohen che non pare proprio un italiano di seconda generazione, un po’ in ombra anche Domhnall Gleeson, solo complementari i grandi nomi Jim Broadbent e Julie Walters anche se quest’ultima delizia grazie ad alcune battute graffianti.

Dunque “Brooklyn”, già rating sopra l’8 su imdb, di 87/100 su metascore e successo in Gran Bretagna, è un titolo che non fa nulla per stupire, ma sa come far gongolare il pubblico, più adatto allo spettatore medio che ad un cinefilo di lunga data, che una storia così la anticipa di dieci minuti in ogni suo passaggio, ma non si può proprio dire che sia realizzato senza cognizione di causa.

Manca probabilmente qualcosa, ma nella sua identità saprà farsi rispettare.  

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