Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Il realista Garrone colpisce duro con un film delizioso dal punto di vista estetico e diverso dai Fantasy-Kolossal americani. Film non perfetto, ma che sarà l'inizio della "rivoluzione del cinema italiano".
Matteo Garrone: tra i registi di stampo Made in Italy è il punto di riferimento del cinema realista nostrano degli ultimi anni.
Film come L'imbalsamatore e Gomorra sono tra i più interessanti prodotti cinematografici italiani degli anni 2000, mentre il suo prodotto recente che ha fatto parlare parecchio i critici è appunto Il racconto dei racconti, elogiato per la sua messa in scena e per il suo essere alternativo, e vincitore di vari premi tra cui 7 David di Donatello.
E con alternativo intendo che il regista, invece di fare un kolossal stile USA spendaccione e che ovunque ti giri trovi un effetti speciali da 1 milione di dollari l'uno, ma, ispirato al Barocco romano, ha creato un film puro, con una regia pulita.
Non è un film spendaccione, è un film REALE. Costumi, fotografia, colori, soprattutto, scenari: tutto costruito a regola d'arte per creare un insieme veramente magico.
Non è un film per bambini, in quanto non c'è nulla di tenero, simpatico e caruccio. Tutto è cupo, tetro, affascinante proprio per le sue tinte dark. Il realismo Garroniano si sente e anche se non si sporca troppo le mani con gli effetti c'è pur sempre violenza, omicidi, sesso, nudità, morali immorali e via dicendo. Un certo critico italiano, di cui eviterò di fare il nome, ha sostenuto che il film non ha la potenza dei cosidetti "veri fantasy" alla Game of Thrones e per questo l'ha bocciato di netto.
Ma certo, dico io, per una volta che qualcuno vuole fare qualcosa di nuovo, e soprattutto ITALIANO, è giustissimo sputargli in un occhio perché si allontana dai canoni che piacciono tanto ai pecoroni.
Il cast è ok e la colonna sonora è buona.
Ora, visto che parlando così sembra che io reputi questo film un capolavoro, evidenziamone i difetti.
Perché anche se il film è fatto da Dio dal punto di vista estetico e per gli occhi è una festa, per il cuore invece è a tratti un minestrone di verdure.
Mi spiego meglio: il film è incantevole dal punto di vista visivo, da quello puramente emotivo è freddo, distaccato, non appassionante neanche nelle scene-chiave.
La costruzione della sceneggiatura è stanca e la narrazione spezzettata e a tratti confusionaria.
Finale rivedibile.
Questi limiti nella trama e, soprattutto, nel fattore coinvolgimento, mi rendono impossibile definirlo un capolavoro, ma si tratta comunque di un prodotto interessante con un senso estetico da pelle d'oca.
E' probabilmente stato questo l'inizio della "rivoluzione del cinema italiano" che stiamo vedendo negli ultimissimi tempi, con la rendita sempre più inferiore dei cinepanettoni, cineombrelloni e ciofecate simili da un lato e l'esplosione di gran bei film quali Veloce come il vento, Perfetti sconosciuti e Lo chiamavano Jeeg Robot.
Vale comunque l'acquisto del Blu-ray.
Voto: 7++/10.
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