Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Il racconto dei racconti
Cosa c’è di buono:
- le locations, davvero straordinarie;
- di conseguenza: scenografia e, a traino, fotografia, con l’innesto di pregevoli effetti speciali;
- l’idea, la voglia di un fantasy-horrorifico, piuttosto violento quando non addirittura splatter, che toglie beneficamente di dosso a Garrone l’odor di muffa da commissione anti-mafia in salsa Rosybindi (e scusate se è poco);
- la messaggistica subliminale thanatos/eros che non fa mai male, anzi è financo utile al popolino nei deprimenti frangenti pre-elettorali in cui si trova.
Cosa non c’è di buono:
- una (cioè tre) storie poco accattivanti, salvo in alcune pieghe macro-invisibili, come il pulcione gigante che è uno dei mostri più simpatici mai visti al cinema;
- un cast per nove decimi insopportabile, quand’anche lo stesso cast, in altre situazioni, ha di che essere apprezzato senza remore;
- la musichetta con la chitarrina a 8 corde che canta la principessina al papà pulcioso, impensabile anche in un’edizione di San Remo del 1615;
- la messaggistica subliminale thanatos/eros che, in tempi di spending review adeguata allea sentenze delle corti costituzionali in essere, alla fine rischia di non fregare un cippo a nessuno.
Mi era piaciuto di più “L’imbalsamatore”... forse perché non c’era ancora la crisi di adesso...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta