Regia di William Castle vedi scheda film
Il Tingler è un’aberrante creatura simile ad un’aragosta generata dalla coagulazione interna del sangue dovuta alla nostra reazione di una paura lancinante. Una volta dentro di noi è capace di provocare la morte spezzando la colonna vertebrale. L’unico modo per scampare al decesso… è urlare! Ad un certo punto lo schermo metteva davanti gli occhi la disgustosa sagoma del mostro mentre in sottofondo si sentiva una voce fuori campo avvertire il pubblico di strillare per salvarsi la vita: “Don’t forget…screaming will save your life!! Scream! Scream for your lives!”. Nella sala il re degli Z-Movie William Castle si era preso la briga di installare dei piccoli cavi elettrici nelle sedie, sicché quest’impulso da parte dell’audience era praticamente inevitabile. Bella trovata, peccato che noi non proveremo mai tale gimmick promosso nei manifesti della pellicola come espediente “Percepto”. Fortunatamente "Il Mostro di Sangue" mostra altre interessanti connotazioni di meta-cinema orrorifico veramente niente male. La “cavia” utilizzata dall’istrionico patologo Dr. Warren Chapin (Vincent Price) è l'attrice muta Martha Ryerson (Judith Evelyn), moglie del regista Oliver Higgins (Philip Coolidge), a cui una sera viene somministrata a sua insaputa una dose di LSD per scandagliare la veridicità delle scoperta di Chapin (che in principio aveva cercato di testare l’esperimento sulla moglie infedele, fallendo). Lo stesso Chapin tenta di prestarsi da solo all’esame ma alla fine cede a causa delle allucinazioni (questo è pure il primo caso in cui sul big screen viene fatto un riferimento esplicito allo stupefacente, nondimeno umorizzandone i sintomi ed espletandone le alterazioni audio/visive). Martha invece passa una notte terribile in preda alle percezioni più macabre e rischia di collassare dallo spavento. Anche qui l’ingegno grifagno di Castle non viene meno, e pur dovendosi accontentare di effettucci da due soldi per via dell’ovvio budget nettamente sotto la media, delizia lo spettatore con il trucco del terzo colore (il rosso) nella lisergica illustrazione dei micidiali abbagli metafisici. Price naturalmente si cala esemplarmente nel ruolo, dando un imput perfetto all’avvio di una premessa fantascientifica così folle, tratteggiando una presenza senza la quale, e su questo se ne può essere certi, l’infernale materia filmica si sarebbe rivelata piuttosto irrisoria (e poco trascinante nella tragicità esposta). Le performance dei comprimari sono ammirevoli e l’idea dello shock “paralizzante” non sembra ridicola quanto le deliranti prefazioni possano far immaginare. Un prodotto unico e raro, pertanto da gustarsi preferibilmente (e mica tanto vista la ristretta reperibilità) in madrelingua.
Si ringrazia Database per l'inserimento, su richiesta, della scheda su filmtv.it
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