Regia di Jeannot Szwarc vedi scheda film
Disastro commerciale dei fratelli Salkind che dopo aver prodotto la saga di Superman tentano di far approdare al cinema sua cugina Kara alias Supergirl. Il film è stato un fallimento colossale nonostante gli alti costi e il cast di grandi nomi. Sceneggiatura e dialoghi assolutamente risibili e improbabili, regia disastrosa, interpretazioni pessime. Se possibile ancora meno eccitante dei film di Superman. Per la visione di questo film si consiglia di scollegare le sinapsi cerebrali per almeno un'ora e mezzo.
Kara(Slater), la cugina di Supergirl scende sulla terra ,travestita da colleggiale, per recuperare l'omegahedron: una sfera indispensabile per la sopravvivenza del suo pianeta. L'Omegahedron è caduto nelle grinfie di una strega di mezza tacca (Dunaway) che vuole servirsene per dominare il mondo. Lo scontro tra le due protagoniste: la splendida fanciulla del pianeta Argo da una parte e la perfida e maldestra fattucchiera dall'altro si gioca non solo per le sorti del mondo ma anche(naturalmente) per le attenzioni di un bel fusto(Bochner):un giardiniere di cui(guarda caso) si invaghiscono entrambe. Ovviamente non dovrebbe essere difficile capire come andrà a finire.....
Bellissima: la musica coinvolgente di Jerry Goldsmith è il vero punto di forza del film.
La storia, i dialoghi, il regista e soprattutto riscriverei il personaggio di Selena!!!!!!!!
Davvero Brava: riesce a rendere bene l'ingenuità e insieme la grinta richieste dal suo personaggio. La Slater, all'esordio, appare perfettamente in parte, la sorellina di Christian possiede le physique du role: meravigliosamente fasciata nel costume da ragazza d'acciaio con la criniera di splendidi capelli biondi al vento. Purtroppo per lei il disastro colossale del film le ha irrimedianbilmente stroncato sul nascere la carriera. Sfortunata!!!!!!!!!!!!
Semplicemente imbarazzante. A causa di ruoli e interpretazioni come questa la Dunaway ha mandato irrimediabilmente a picco la sua carriera. Quella che era una delle donne più ammirate e corteggiate di Hollywood si è trasformata negli anni nella più premiata ai Razzies Awards come peggiore attrice. Il suo personaggio è semplicemente ridicolo; non ha la minima parvenza di pericolosità: l'avversaria di Supergirl non è affatto una potente e pericolosa strega ma qualcosa di simile ad una maldestra megera di mezza età. Selena vive in un parco-divertimenti abbandonato, leggendo i fondi del thé e non ha nemmeno i soldi per pagare le bollette alla fine del mese. Il personaggio della Dunaway è assolutamente privo di fascino o di interesse: pronuncia formule magiche del tipo abrahcadabrah, usa pozioni per far innamorare di sè giovani stalloni ma in realtà il suo boy-friend è un attempato professore di matematica (Cook) che si diletta di magia nera. Persino la sua assistente Bianca (Vaccaro) la definisce un essere orribile. Nonostante questo squallore (pensate un po')Selena sogna di dominare il mondo (Sich!!!!!!!!).Messa di fronte a questo copione semplicememte improponibile la Dunaway non trova di meglio che gigioneggiarsi per tutta la durata del film atteggiandosi con gusto fanaticamente masochistico a fatalona stagionata, pazza (per davvero) e perfida (ma non certo minacciosa). Quello che veramente stupisce è il compiacimento che prova in questo esercizio di demolizione della sua reputazione. Intendiamoci, nonostante il trucco pessimo, il parruccone di riccioloni rosso-fuoco e gli improbabili caffettani; la non più giovanissima Faye (allora 43enne) è comunque non meno sexy della Slater di 25 anni più giovane. Per chi come me ne è un fan adorante è comunque spassosissimo vederla con buona dose di autoironia calarsi nei panni della perfida strega. Mantenendo un po' di obbiettività si deve però dire che francamente la Dunaway esagera la parte oltre i limiti della decenza, digrignando i denti orribilmente, senza frenare mai le sue smorfie per tutta la durata della pellicola fino a quando trova la meritata punizione. Finisce infatti nel modo più ingloriso possibile: divorata da un mostro simile al drago di Shreck.(Povera Faye sich!!!!!!!!!). Verrebbe da pensare che ci sia una sorta di perversa attrazione da parte della Dunaway per questo tipo di personaggio di cattivona votata a finire malamente. Del resto anche il mondo del cinema in quegli anni (dopo Mammina Cara) ce la propone soltanto in queste vesti (lo confermano praticamente tutti i suoi film a cavallo tra gli '80 e '90). Per il ruolo di Selena che in una prima fase avrebbe dovuto andare a Dolly Parton ERA PREVISTO UN FINALE CON REDENZIONE E SALVEZZA per la cattiva. Poi con l'ingaggio della Dunaway, Selena acquista una connotazione sempre più negativa e grottesca; la sceneggiatura viene cambiata con quel finale che suona come una punizione divina ad hoc, concepita su misura per lei. Pensando al naturale termine di paragone: quel Lex Luthor di Gene Hackman nei film di Superman si può constatare un destino ben più roseo rispetto a quello della sua Selena. Per Faye Dunaway c'è al contrario una sorta di contrappasso: forse perchè questa grandissima ex-attrice la cui stella appariva ormai offuscata e in declino, non si limitava solo ad accettare questi ruoli indecenti ma li incarnava pure con ostentato e autolesionistico compiacimento. Per quale motivo la bella Faye abbia rivestito così tante volte e così volentieri nella sua carriera ruoli di donne malvage e odiose non è dato sapere. Ma non è facile rispondere a questa domanda: si potrebbe pensare all'arricchimento del suo conto in banca o alla mancanza di alternative valide. Ad un certo punto della carriera in parte a causa dell'età non più verde, in parte perchè intrappolata nel clichè al quale aveva ormai abituato il pubblico; da fine interprete, musa della Nuova Hollywood, si è trasformata in un'attrice spesso vanesia, antipatica e irritante. Quale persona sana di mente, potrebbe compiacersi di gracchiare battute come-Il mondo è molto bello, non vedo l'ora che sia solo mio- o ancora-Sto seriamente considerando di conquistare il mondo e dominarlo-?. Ma certo queste considerazioni non bastano a spiegare le scelte spesso incomprensibili della nostra signora; deve esserci una sorta di inclinazione personale, di gusto sadico, di cattiveria intrinseca in lei; infatti anche nel suo periodo di massimo splendore Faye ha interpretato personaggi meschini come la perfida Milady de Winter de' "I Tre Moschettieri" o l'odiosa Diana Christensen di "Quinto Potere" che le ha pure dato la soddisfazione dell'Oscar. Forse nulla più che incarnare donne folli, arroganti, perverse e pur sempre eccessive ed egocentriche ha dato l'occasione alla Dunaway per dare libero sfogo al suo enorme narcisismo di attrice. Senza contare che il suo volto spigoloso e così poco convenzionale, con quella perversa luce negli occhi, gli zigomi affilati e quel movimento ostentatato delle labbra, sembra concepito apposta per esprimere il contrasto tra ciò che attrae e ripugna: ciò che chiamerei il fascino del male.
Da un regista abbonato al flop non ci si poteva che aspettare questo inutile spreco di denaro e di grandi attori.Sic!!!!
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