Regia di Jeannot Szwarc vedi scheda film
L'arrivo sulla terra di kara Zor-El (Helen Slater) e la sua prima avventura col costume di Supergirl contro i malvagi intenti della strega Selena (Faye Dunaway).
Ilya Salkind, già produttore dei primi tre fortunati episodi della saga di Superman, si cimenta questa volta con la cugina kriptoniana dell'Uomo d'Acciaio: la regia viene però affidata al dilettante Jeannot Szwarc (dopo il rifiuto di Richard Lester), chiamato a dirigire un b-movie penalizzato da una sceneggiatura imbarazzante, che avrebbe messo in difficoltà anche il "Tim Burton di turno". Noioso per grandi e piccini, un flop che deluse in particolare il pubblico adolescenziale, nonostante l'ambientazione provinciale tipica del cinema fantasy anni '80 (si veda ad esempio ET, Ritorno al Futuro, The Goonies, ecc.)
Resta ancora molto suggestiva la scoperta dei poteri della giovane protagonista, in un balletto nei cieli di deliziosa grazia sulle note ispirate di Jerry Goldsmith.
Gran spreco di attori (piccoli ruoli anche per Mia Farrow e Peter O'Toole) ed effetti speciali (con le miniature del mago Derek Meddings e i direttori premio Oscar del primo Superman per il comparto visivo). Peccato, soprattuto per la giovanissima Helen Slater, "eterea" e nel contempo sexy col suo gonnellino e mantello rossi.
Qualche curiosità: Supergirl doveva già apparire nel terzo episodio della serie di Superman, così come in questo film il più celebre Christopher Reeve avrebbe dovuto supportare la giovane protagonista (salvo declinare gli impegni a favore de I Bostoniani di James Ivory). La continuità con la serie è data comunque dalla presenza di McClure nei panni del reporter Jimmy Olsen.
E' l'ultimo film sul franchising dell'Uomo d'Acciaio prodotto dai Salkind, seguito dal disastroso Superman IV di produzione Cannon Golan-Globus.
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