Regia di Matthias Glasner vedi scheda film
Non ho parole. Non riesco a parlare. Ogni tentativo di proferire parola, di formulare qualche frase, mi si blocca dentro. Si impiglia nella bocca dello stomaco. Sono devastato. Mi sento frastornato. Come se non mi sentissi bene. Mi sento stanco. Tanto stanco. Der Freie Wille mi ha prosciugato. Mi ha assorbito l'anima. Risucchiato ogni bagliore di vitalità. Mi sento esausto. Der Freie Wille è un capolavoro abissale. Uno dei film più dolorosi e annichilenti che abbia mai visto. Un qualcosa di irripetibile. Almeno spero. Perché non potrei affrontare un'altra visione così estenuante. Non credo vedrò altre volte questo film. Non ce la farei. Ho paura che quel dolore possa ripetersi. Quel dolore che ti segna. Ti lacera. Che ti marchia a fuoco. E a fine visione ci si sente come tramortiti. Afasici. Der Freie Wille è un'opera che ti guarda dentro. Che rovista dentro di te. E fa emergere il malessere insito in noi. Dopo la visione, come già detto, mi sento prosciugato. Come un guscio vuoto. Pesante. E pietrificato fisso lo schermo. Seduto, pesantissimo, su una sedia. Come se mi avessero gettato là sopra. E seduto, come se stessi assistendo al video del funerale del mio spirito, vedo e subisco il film. Senza la forza di fare il minimo movimento. Senza riucire a distogliere lo sguardo da esso. Sono morto là, su quella spiaggia. Sono ancora là. E come un corpo svuotato, uno straccio, continuo a fissare lo schermo. Mi sento sfinito. E intanto un paio di lacrime scendono. Così. Senza preavviso. A me che non piango mai. A me che non piango più. Due lacrime che dovevano per forza uscire dal mio corpo. Perché Der Freie Wille è un film che prosciuga. Un film che ti abbandona su quella spiaggia. E su quella spiaggia ci lasci l'anima. Come fosse un rifiuto lasciato in pasto agli avvoltoi. Lasciato in pasto al tempo. E là, essa, muore lentamente. Si spegne. Deperisce fino allo sfinimento. In fondo Der Freie Wille non è nient'altro che un film che parla di due lacrime, ciascuna rilasciata da un occhio diverso, sulle guance del mondo. Finché si sganciano. Ed evaporano. Ed intanto lo schermo diventa nero. O forse sono io che ho chiuso gli occhi?
Una visione che annichilisce completamente. Totalizzante. Non riesco ancora a riprendermi. E ho paura di non farcela per ancora tanto tempo. Ho paura di non farcela più. Perché la mia mente proietterà per sempre quelle immagini. Ed io tornerò in quei luoghi a soffrire in silenzio. E quel silenzio finale è così assordante. Così ammutolente. E si sta, sfiniti, come dinnanzi al quadro nel finale di Stray Dogs. E tutto quel malessere rimbomba. Echeggia nella stanza in cui guardo il film. Il silenzio diventa insostenibile. E un grido d'aiuto mi si strozza in gola. Sto male. Voglio che finisca. Ma non voglio che finisca. Der Freie Wille è un pugno nell'anima. L'opera di Glasner apre una voragine nello spirito. Una voragine dentro. Un lavoro dannatamente indimenticabile. Come sono indimenticabili quelle immagini finali. Come sono indimenticabili, anche, quelle immagini iniziali. In un certo senso, due esplosioni agli antipodi. E nel mezzo ci sta l'implosione esistenziale. L'implosione dell'essere. Der Freie Wille è un film che trasuda malessere. Un'opera fisica. Un disossamento trieriano del dolore e dell'amore. Un film in affanno. Un tour de force di vuoti abissali destinati all'espansione. Si sta seduti in apnea nel buio aspettando che le immagini non ci tormentino più. Soli con noi stessi. Ed io tremo. Tremo ancora. E da quella spiaggia non ce ne andremo più. Mai più. Silencio.
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Associazioni spontanee #1
"Non sente dunque tutt'intorno queste spaventose grida, che di solito chiamano silenzio?"
(George Buchner)
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Associazioni spontanee #2
Shiny shiny, shiny boots of leather
whiplash girlchild in the dark
Comes in bells, your servant, don’t forsake him
strike, dear mistress, and cure his heart
Downy sins of streetlight fancies
chase the costumes she shall wear
Ermine furs adorn imperious
Severin, Severin awaits you there
I am tired, I am weary
I could sleep for a thousand years
A thousand dreams that would awake me
different colors made of tears
Kiss the boot of shiny, shiny leather
shiny leather in the dark
Tongue of thongs, the belt that does await you
strike, dear mistress, and cure his heart
Severin, Severin, speak so slightly
Severin, down on your bended knee
Taste the whip, in love not given lightly
taste the whip, now bleed for me
I am tired, I am weary
I could sleep for a thousand years
A thousand dreams that would awake me
different colors made of tears
Shiny, shiny, shiny boots of leather
whiplash girlchild in the dark
Severin, your servant comes in bells
please don’t forsake him
strike, dear mistress, and cure his heart
( https://www.youtube.com/watch?v=AwzaifhSw2c )
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Non vedrò mai più Der Freie Wille.
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